Dragan Markovic “Palma” è da 17 anni il sovrano indiscusso di Jagodina, da quando guida la città come sindaco o in altre funzioni. Grazie alla sua posizione di potere, Markovic ha praticamente comprato, con i soldi, il silenzio di tutti i cittadini di Jagodina.
“…3.000 per una signora…2.000 per un gentiluomo”, è una famosa frase che Dragan Markovic “Palma” ha pronunciato più volte finora, distribuendo denaro ai cittadini di Jagodina socialmente in difficoltà, con una sorta di arbitrio basato sulla sua valutazione personale. Ha fatto tutto questo in pubblico, davanti alle telecamere.
Che l’attuale sindaco della città di Jagodina abbia operato illegalmente è stato anche stabilito dall’Istituto statale che controlla il budget della città già nel 2017, il quale affermava che Markovic stava effettivamente violando la legge e che distribuiva denaro dal tesoro della città a categorie di popolazione a rischio sociale senza base legale. Solo nel 2016 il sindaco e il consiglio comunale avevano speso per questo più di 13 milioni di dinari.
L’assistenza sociale è fornita dal Centro per i lavori sociali, sulla base di una valutazione dei bisogni e delle condizioni di un individuo o di una famiglia, così dice la legge. Palma, invece, si è assunto il ruolo di Centro per i lavori sociali e ha valutato in loco chi avrebbe meritato quanto aiuto, come si può vedere anche nelle registrazioni che sono state pubblicate sulla pagina Facebook del suo partito.
A causa di questa pratica di spendere del denaro dei cittadini di Jagodina al di fuori della legge, sono state intentate accuse penali contro individui dell’amministrazione comunale di Jagodina, non però contro Dragan Markovic che ha distribuito pubblicamente denaro davanti alle telecamere e che non ha smesso di farlo anche dopo le cause legali.
Sebbene la promozione personale di “Palma” sia più spesso citata come motivo di questa pratica, è altrettanto vero che in questo modo il politico acquista la lealtà della fascia più povera e allo stesso tempo più minacciata della popolazione.
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