Oltre 70.000 migranti in Serbia, ogni giorno 1.000 in più

All’inizio dell’autunno ci si aspetta un’altra ondata dei migranti, molto maggiore rispetto a quella attuale. Ora, ogni giorno oltre 1000 profughi siriani entrano in Serbia, mentre si valuta che ora sul territorio nazionale ce ne siano circa 70.000, risulta nei dati dei Servizi di sicurezza della Serbia. La maggioranza di asilanti proviene dalla classe media. Tra loro ci sono molti medici, insegnanti, professori, imprenditori.

“Vediamo che in Serbia non c’è lavoro neanche per voi, così non abbiamo intenzione di restarci. Dobbiamo esprimere la nostra gratitudine ai serbi che cercano di aiutarci”, rispodnono alla domanda sui loro piani futuri gli asilanti raccolti in uno dei parchi vicini alla stazione ferroviaria.

L’esodo degli emigranti siriani è ben organizzato. Molti di loro portano con sé le istruzioni su come percorrere il viaggio, quale mezzo di trasporto usare e il costo aprossimativo del loro viaggio. Il loro piano è raggiungere Belgrado, come centro finanziario, visto che in Serbia possono ottenere un documento per l’asilo temporaneo, con il quale nelle banche possono ritirare i soldi spediti dai loro parenti.

Con la seconda ondata di migranti, ci si aspetta l’arrivo di cittadini più poveri dei paesi mediorientali dove si svolge la guerra con lo Stato islamico. Secondo le valutazioni dei funzionari serbi, al confine turco circa 3 milioni di nuovi migranti aspetta di partire verso l’Unione europea attraversando Grecia, Macedonia e Serbia.

 “La nuova ondata di migranti potrebbe essere anche più rischiosa per la sicurezza, nonchè per la salute pubblica dei cittadini serbi. I migranti che dovrebbero arrivare in Serbia provengono dalle strutture sociali più basse. Perciò, si pianificano già i controlli dei loro movimenti”, viene indicato dai Servizi di sicurezza che sorvegliano i movimenti di asilanti.

“I migranti in Serbia spendono ogni giorno 6 milioni di euro”

“Ogni migrante spende ogni giorno tra i 25 e i 50 euro, per un totale di 6 milioni”, ha dichiarato in un’intervista alla RTS Rados Djurovic, direttore del Centro per l’assistenza ai richiedenti asilo.

Djurovic ha detto che l’attitudine verso i migranti non è molto cambiata dalla prima ondata migratoria e che presto per far fronte al problema sarà necessario un finanziamento da parte dell’Unione europea. “Lo Stato ha aperto un centro di accoglienza a Presevo, tuttavia i controlli e gli aiuti si concentrano nei centri urbani e lungo le frontiere. In ogni caso non abbiamo registrazioni dei migranti né si emettono carte di identità per i richiedenti asilo e su questo insistiamo, perché senza la loro registrazione e l’emissione di carte di identità sono le prime condizioni per gestire il flusso migratorio”.

I soldi che spendono i migranti nella loro permanenza in Serbia restano per lo più nell’economia informale perché molti pensano di poter sfruttare i richiedenti asilo impunemente, rimarca Djurovic, che ritiene che piuttosto che investire 150 milioni di euro in un fantomatico centro di accoglienza nel sud del paese bisognerebbe mostrare solidarietà ed empatia verso i migranti, come fanno molti concittadini attivamente impegnati.

 

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