La celebre giornalista Olja Beckovic, nel corso di una lunga intervista alla trasmissione “Pressing” di Jugoslav Cosic sul canale televisivo N1, ha ribadito che la sua trasmissione “Impressioni della settimana” (Utisak nedelje) su B92 è stata vietata dal primo ministro Aleksandar Vucic e che lei viene trattata come “un nemico pubblico”.
La Beckovic ha ricordato che “Impressioni della settimana” (in serbo Utisak nedelje) è partita nel 1991 e che “è sopravvissuta a Slobodan Milosevic, Vojislav Kostunica e Boris Tadic ma non ad Aleksandar Vucic”. “Questo, secondo la Beckovic, dimostra che il primo ministro “non riesce a sostenere un “Impressioni” non controllato”, notando che, durante i negoziati con i dirigenti della rete televisiva B92 per la prosecuzione delle trasmissioni sono stati proposti “ricatti illogici”, che lei ha interpretato come ordini politici.
La Beckovic interpretò la proposta di spostare la trasmissione sul canale B92 Info come una richiesta di andare su un canale “che non vede nessuno” e ha rigettato la motivazione che la proposta dipendeva dalla scarsa audience della sua trasmissione.
“Non è normale che il primo ministro chiami i giornalisti, ma questa è una domanda per il primo ministro, non per me”. La Beckovic ha aggiunto che anche lei ha chiamato il primo ministro, ma per ospitare qualche ministro o qualche suo collaboratore “perché non è possibile chiamare chiunque senza il suo permesso”.
Alla domanda su quale sia il confine tra comunicazione e pressioni, la Beckovic ha risposto che ogni chiamata è una pressione ma “ci sono dei limiti quando lui pensa che una chiamata faccia cambiare le cose o il modo in cui una trasmissione è condotta”. “Non ha chiamato solo lui, ma anche persone che sono pagati per tenere i rapporti tra il governo e il canale televisivo”, ha aggiunto la Beckovic, sottolineando che ha avuto gli ospiti che voleva in trasmissione ma alla fine ha perso il lavoro. “Non mi avevano chiamato né primi ministri né presidenti della repubblica fino ad allora”, ha detto la Beckovic, evidenziando di non avere ricevuto pressioni dai governi precedenti.
Alla domanda se in Serbia esista un’opposizione Olja Beckovic ha risposto negativamente, ammettendo che un milione di volte ha pensato di lasciare il giornalismo e su 365 giorni 363 rispondeva di sì. La Beckovic crede che il problema sia “l’approccio soggettivo” del primo ministro Vucic, il quale si sofferma molto più sui commenti negativi che su quelli positivi per cui finisce per ritenere che l’unico giornalismo oggettivo sia quello che gli fa i complimenti. “Da settembre non ho ricevuto nessuna proposta di lavoro neanche per lavorare in un negozio di parrucchieri, tantomeno da parte di qualche televisione, perché oggi sono trattata da nemico pubblico. Negli anni Novanta si poteva andare a lavorare da qualche altra parte mentre adesso no, perché tutte le televisioni sono “sue”.
Secondo la Beckovic, “Impressioni della settimana” non esiste più perché il ministro della cultura e dell’informazione non ritiene che la censura sia un problema di sua competenza e pertanto “tutto è possibile”. La Beckovic ritiene anche che un grande errore del Partito del Progresso Serbo e dei suoi rappresentanti sia stato quello di non organizzare proteste per la chiusura di Utisak Nedelje poiché questo avrebbe mostrato il loro supporto al rispetto dei contratti e al diritto al lavoro.
Alla domanda se abbia appoggiato il Partito Democratico e i suoi governi la Beckovic ha risposto positivamente mentre alla domanda se avesse mai riattaccato il telefono in faccia al primo ministro ha detto “Io no, ma lui sì con me”. Al riguardo di quanto hanno scritto i tabloid, la Beckovic ha detto di avere una paura tremenda della vendetta per la sua partecipazione al programma “Pressing” e si aspetta una serie di prime pagine su questi quotidiani. “Quel che chiamano giornalismo è violenza oltre i limiti del buon senso, mi attacchino pure ma lascino stare mio figlio”, ha dichiarato la giornalista.
Notando che l’ultimo anno è stato il più duro della sua vita, la Beckovic ha sottolineato che questi giornali non lavorano su indiscrezioni ma su informazionic he vengono loro passate dai vertici di un partito. “Per questo è responsabile lo Stato e i tabloid sono gazzette di Stato”, ha rimarcato la Beckovic, che ha anche dichiarato che è difficile che oggi passi davanti ai cameraman qualcuno che la pensa in maniera diversa e per questo “vediamo solo un monodramma”.
(Mondo, 07.01.2015)