Sembra che il Governo Vučić sia maggiormente intenzionato rispetto ai suoi predecessori ad affrontare il tema degli OGM. Il Primo Ministro si è rivelato molto diretto quando, in occasione della presentazione delle sue linee programmatiche, ha dichiarato che il consumo di alimenti geneticamente modificati rappresenta già una realtà quotidiana.
Il ministro del Commercio Rasim Ljajić, in un’intervista rilasciata a Politika, ha espresso il medesimo parere: “È vero. Consumiamo carne proveniente da bestiame alimentato con mangimi geneticamente modificati. Questa carne viene importata. Ecco perché è importante insistere sulla marcatura di tali prodotti con etichette OGM in modo che i consumatori sappiano cosa stanno comprando”.
Ljajić ribadisce che si tratta di un tema molto delicato, e che prima di prendere qualsiasi decisione in merito si dovrà tenere conto del parere degli esperti in materia: “quello che posso affermare con sicurezza è che nessuno coltiverà OGM sul territorio serbo. Tuttavia, la parola “divieto” dovrebbe essere eliminata prima dell’adesione all’Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC). La nostra popolazione non deve temere questo perché non abbiamo intenzione di rendere giuridicamente impossibile la vendita di prodotti OGM, come hanno deciso di fare in Svizzera e Austria. Abbiamo intenzione di fare tutto quanto in nostro potere per diventare membro dell’OMC senza compromettere i nostri interessi “, ha detto Ljajić.
Queste dichiarazioni hanno rappresentato per molti una sorpresa, considerando che gli ispettori in realtà non hanno mai informato il pubblico circa l’esistenza sul mercato di tali prodotti vietati dalla legge. Nel tentativo di proteggere i propri interessi sulla sua strada verso l’adesione all’UE, la Serbia è infatti uno degli ultimi paesi in Europa a vietare la vendita di OGM.
Interpellato da Politika, l’affermato genetista Miodrag Dimitrijević afferma che si può solo presumere che tali alimenti siano venduti sul mercato: “è possibile che stiamo consumando prodotti contenenti alcuni componenti chimici che provengono dalle colture GM”. Dimitrijević, professore presso la Facoltà di Novi Sad di Agraria, sostiene che l’utilizzo di OGM rappresenterebbe un problema di secondaria importanza per la salute, anche se fortemente sentito dal pubblico.
L’aspetto più rilevante della questione è invece quello economico, in quanto l’impatto degli OGM sulla scienza e la tecnologia serba sarebbe enorme. Inoltre, indiscutibilmente, il commercio di OGM andrà presto ad includere il commercio di semi, il che potrebbe incidere in modo significativo sulla produzione di sementi convenzionali, uno dei prodotti agricoli serbi più esportati. Si tratta di un processo in cui le istituzioni agricole serbe sono coinvolte e che influenzerà sicuramente la produzione alimentare primaria.
Egli sottolinea inoltre che, sommando tutti i costi e considerando che le aziende agricole in Serbia hanno un’estensione media di cinque ettari, i semi GM non comporterebbero il calo dei costi di produzione nella misura in cui viene dichiarato. E nessuno dei problemi che il settore agricolo serbo ha potrebbe essere risolto comunque grazie all’introduzione di semi GM. Dimitrijević prosegue affermando che coloro i quali sostengono la “vendita di prodotti alimentari OGM, ma non le colture geneticamente modificate” stanno solo procrastinando il problema, e aprendo sostanzialmente la strada all’adozione di semi GM.
“Se siamo convinti di aderire all’UE, la Serbia dovrà modificare le sue leggi e consentire la vendita dei prodotti geneticamente modificati sul proprio territorio. Questo è uno dei presupposti per aderire all’Organizzazione Mondiale del Commercio con cui abbiamo negoziato negli ultimi 11 anni. Il punto è che l’adesione all’OMC è uno dei requisiti per l’adesione all’UE”, conclude Dimitrijević.
La Serbia è stato il primo paese ex jugoslavo ad adottare la legge sugli OGM nel 2001, vietando la coltivazione di colture geneticamente modificate, ma consentendo l’utilizzo della farina di soia geneticamente modificata per l’alimentazione animale. Tuttavia, nel 2009, la Serbia ha adottato un nuovo regolamento che vieta completamente le colture GM e la vendita di prodotti geneticamente modificati.
Secondo Politika, l’UE non nutrirebbe alcuna preoccupazione riguardo la legge serba attuale, e anche il WTO non si è mai dichiarato contrario alla messa al bando degli OGM, per quanto ostacolare il libero scambio delle merci sia contro i principi fondanti dell’Organizzazione. Intanto comunque, sotto pressione dell’opinione pubblica, la Commissione Europea ha consentito a ciascun membro la libertà di scegliere se vietare o meno la coltivazione di colture geneticamente modificate.
(Politika, 27.08.2016)
http://www.politika.rs/sr/clanak/362333/Tema-nedelje/Vec-jedemo-GMO
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