Il consiglio di amministrazione del Fondo Monetario Internazionale dovrebbe oggi decidere in merito all’approvazione dell’accordo di precauzione con la Serbia, in quanto gli investitori esteri vogliono sempre ricevere un messaggio chiaro in base al quale i paesi che siglano tale accordo sono considerati stabili e sicuri per gli investimenti.
Secondo fonti del governo serbo il nuovo accordo triennale non dovrebbe implicare un nuovo prestito per rafforzare le riserve del paese poiché la Serbia è sufficientemente liquida.
Attraverso il nuovo accordo il governo di Serbia si impegna, come già previsto dalla legge di bilancio 2015, a realizzare le misure di consolidamento fiscale, a ristrutturare il settore pubblico, a intraprendere misure strutturali e di stabilizzazione macroeconomica e a ridurre il deficit pubblico nell’arco dei prossimi tre anni di una cifra compresa tra gli 1,3 e gli 1,4 miliardi di euro, pari al 4,25% del Pil.
Se l’FMI approverà l’accordo la prima verifica avverrà a maggio, quando sarà pianificata la prima visita degli ispettori del Fondo.
Il primo ministro Vucic ha recentemente dichiarato che l’accordo con l’FMI si fa “non perché chiediamo soldi ma perché cerchiamo stabilità”. I negoziati sono iniziati il 4 novembre scorsi con lasquadra guidata da Zuzana Murgasova, capo missione del Fondo in Serbia. Al termine delle due settimane di incontri la Murgasova ha dichiarato che le sfide che deve affrontare il governo rigurdano l’alta disoccupazione, l’alto debito pubblico e l’alto deficit. “Nel prossimo periodo è necessario introdurre misure di rilancio economico capaci di rafforzare la stabilità macroeconomica, di aumentare l’occupazione e di implementare il consolidamento fiscale, al fine di frenare la crescita del debito”, ha dichiarato allora la Murgasova.
Nel corso degli ultimi quindici anni la Serbia ha firmato tre accordi con l’FMI, di cui l’ultimo è stato congelato nel febbraio 2012 a causa degli scostamenti rispetto agli obiettivi concordati.