Oggi a Parigi il Consiglio esecutivo dell’UNESCO deciderà sulla proposta di adesione del Kosovo a questa organizzazione. Il consiglio esecutivo è composto da 58 membri, di cui 32 hanno riconosciuto l’indipendenza del Kosovo, mentre venti paesi hanno già sostenuto la richiesta dell’adesione all’UNESCO.
Alla vigilia della seduta del Consiglio esecutivo, il primo ministro serbo Aleksandar Vucic ha mandato una lettera a tutti i paesi membri dell’UNESCO evidenziando come la richiesta del Kosovo è infondata dal punto di vista del diritto internazionale, nonchè sotto i punti di vista politico e morale.
Nella sua lettera, Vucic ha indicato che in accordo alla Risoluzione 1244 del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, il Kosovo e Metohija è un territorio sotto il controllo dell’Organizzazione delle Nazioni Unite. “La Risoluzione 1244 conferma la sovranità e l’integrità territoriale della Repubblica Federale di Jugoslavia (ora Repubblica di Serbia) e degli altri paesi della regione. Inoltre, questa risoluzione prevede una soluzione politca per la crisi kosovara basata su questi principi. In Kosovo e Metohija è ancora attiva l’Amministrazione provvisioria dell’ONU gestita dal rappresentante del Segratario generale dell’ONU ( UNMIK)”, viene indicato nella lettera del primo ministro serbo.
Visto che il Kosovo non può essere considerato uno stato e dunque soggetto di diritto internazionale, non è adempiuta la condizione principale per l’adesione del Kosovo all’UNESCO. “Questo è riconosciuto anche da Pristina, visto che hanno tentato di mandare la richiesta di adesione tramite l’UNMIK, il che è stato riufiutato proprio in base alla Risoluzione 1244”, ha indicato Vucic.
L’UNESCO, in quanto organizzazione specializzata dell’ONU, ha l’obbligo di rispettare il diritto internazionale, in particolare le risoluzioni del Consiglio di sicurezza, il che include anche la risoluzione 1244. “In questo senso, la considerazione dell’adesione del Kosovo all’UNESCO sarebbe una violazione forte dei diritti e della normativa creata per conservare la pace e la sicurezza. Questo potrebbe diventare un precedente pericoloso”, conclude Vucic.
Inoltre, Vucic ha evidenziato il forte impegno del governo serbo nel dialogo di Belgrado e Pristina che si sta svolgendo a Bruxelles e che ci sono molte questioni complesse e importanti per la stabilizzazione della situazione nella regione e per la normalizzazione dei rapporti.
“Grazie alla buona volontà del governo serbo, abbiamo raggiunto alcuni accordi che rappresentano la base dei rapporti più razionali e normali tra i serbi e gli albanesi in Kosovo, anche se questi atti politici sono stati giudicati negativamente in Serbia. Nonostante tutto ciò, vorremmo continuare il dialogo con gli albanesi in Kosovo e trovare una soluzione”, ha detto Vucic.
“Però, finora a Bruxelles non abbiamo mai parlato sulla protezione del patrimonio culturale della Chiesa ortodossa serba in Kosovo. In questo senso, tale tentativo, ovvero la richiesta dell’adesione del Kosovo all’UNESCO, ci riporta indietro e minaccia il dialogo tra due parti”, ha aggiunto Vucic.
Inoltre, primo ministro serbo ha detto che Pristina non ha neanche diritto morale per chiedere la candidatura all’UNESCO, tenendo in riguardo la mancanza di capacità e voglia di adempire gli obblighi necessari per entrare in questa organizzazione.
“Dalla fine dei conflitti nel 1999, 141 chiese ortodosse sono distrutte completamente oppure danneggiate con le iscrizioni dell’UCK (Esercito di liberazione del Kosovo) e negli ultimi tempi anche con iscrizioni che celebrano lo Stato islamico. Tre monasteri, Visoki Decani, Gracanica e il Patriarcato di Pec con la Chiesa della Madonna Ljeviska sono entrati a far parte dell’elenco dei Patrimoni dell’Umanità dell’UNESCO. Credo che sia contraria agli obiettivi dell’UNESCO la distruzione di monumenti culturali e storici dell’undicesimo secolo”, viene indicato nella lettera del primo ministro serbo.
“Per tutto questo, la giustificazione che il patrimonio culturale serbo sarà più protteto con l’adesione del Kosovo all’UNESCO sembra ipocrita, perchè nessuno di qualsiasi chiesa serba o monastero serbo ha chiesto qualche protezione oppure un supporto”, ha concluso Vucic.
Vucic ha indicato che l’adesione del Kosovo, durante i tentativi continuativi di distruggere e rubare l’identità e patrimonio del popolo serbo in Kosovo, rappresentarebbe un premio per un prottettore falso dell’eredità culturale serba in Kosovo per le strutture politiche che dal 1999 finora non hanno fatto niente per impedire la distruzione dell’identità culturale di un popolo europeo, nonchè per impedire la cancellazione violenta delle traccie di sua esistenza in questo territorio.
“La Serbia ha dimostrato il suo impegno alla risoluzione dei problemi con Pristina in un modo pacifico. Inoltre, la Serbia è contro politicizzazione del lavoro dell’UNESCO. Alla fine, la Serbia è un piccolo paese. Non abbiamo il potere politico per confrontarci con coloro che sponsorizzano la candidatura del Kosovo. Però, il nostro obbligo è informare tutto il mondo sulle misure illegali e immorali intraprese contro il nostro paese ed almeno diffendere la verità”, ha concluso il primo ministro serbo nella sua lettera.
(RTS, Blic, 12.10.2015.)