Oggi la Serbia e la Republika Srpska celebrano la festa dell’unità serba per il terzo anno consecutivo. Il 15 settembre 1918 fu sfondato il famoso Fronte di Salonicco, che si rivelò decisivo per il crollo delle potenze centrali nella prima guerra mondiale.
Il giorno dello sfondamento del fronte di Salonicco è stato utilizzato dalle autorità serbe come occasione per dichiarare il 15 settembre Giornata dell’unità serba, della libertà e della bandiera nazionale serba, che viene celebrata in Serbia e nella Republika Srpska dal 2020.
Sarebbe logico che il 15 settembre fosse celebrato come il giorno dei combattenti di Salonicco, perché i soldati serbi hanno sfondato il fronte di Salonicco assieme a inglesi e francesi, a cui – di vittoria in vittoria, o di sconfitta in sconfitta si unirono greci, italiani, russi…macedoni in particolare, anche se la loro partecipazione non fu valorizzata nel modo giusto nemmeno un secolo dopo, soprattutto per la conquista della montagna di Kaimaki, battaglia che fu un preludio alla conquista del fronte di Salonicco.
Anche se Jasenovac è stato citato di nuovo in questi giorni come il luogo più terribile dell’esecuzione per decine di migliaia di serbi (ebrei, rom e antifascisti croati), la verità è che la Grande Guerra ha devastato la Serbia. Secondo valide stime, la Serbia pagò un prezzo sproporzionato per la vittoria nella prima guerra mondiale: durante la guerra perse più di un milione di abitanti, cioè quasi un terzo della popolazione, e morì più della metà della popolazione maschile in pesanti combattimenti e la ritirata attraverso l’Albania.
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