Nuovo decreto per la concessione di incentivi ai datori di lavoro che assumono nuovi stranieri

Il governo serbo ha varato un decreto per la concessione di incentivi ai datori di lavoro che assumono stranieri, cioè “neoassunti”, se si tratta di professioni per le quali c’è bisogno, che non possono essere facilmente soddisfatte sul mercato del lavoro nazionale. L’obiettivo sarebbe attrarre una forza lavoro altamente qualificata e le grandi aziende, che impiegano esperti informatici, manager di tutti i profili e i migliori ingegneri, trarranno il massimo beneficio da questo regolamento.
Il Decreto prevede che il diritto all’incentivo si possa esercitare se il datore di lavoro ha stipulato un contratto di lavoro a tempo pieno con il “neoassunto” il quale disponga di una retribuzione base mensile concordata secondo la normativa che disciplina il lavoro di almeno 300.000 dinari.
Il Decreto prevede che l’incentivo sia corrisposto nella misura del 70% dell’imposta sul salario calcolata e pagata e del 100% dei contributi calcolati e versati per l’assicurazione obbligatoria della pensione e dell’invalidità. In effetti, il datore di lavoro paga tasse e contributi allo Stato, e poi lo Stato rimborsa i fondi. Il decreto si riferisce a un periodo massimo di 60 mesi, a partire dal 1° luglio 2022 e termina il 31 dicembre 2028, per le società nazionali ed estere operanti in Serbia. Il governo serbo afferma che questo decreto rappresenta una misura importante per aiutare l’adeguamento dei datori di lavoro alle nuove condizioni commerciali su un mercato competitivo a livello internazionale in un periodo di forte inflazione.
La dichiarazione del governo serbo afferma che il decreto fornirà incentivi ai datori di lavoro nazionali mantenendo lo stesso onere fiscale, in modo che gli stipendi pagati ai cittadini stranieri o ai rimpatriati, nonché alle persone istruite all’estero, siano competitivi con gli stipendi dati dai datori di lavoro stranieri. “Il decreto garantirà lo sviluppo della Serbia come attore importante nel mercato internazionale, sostenendo la competitività dei datori di lavoro nazionali, e allo stesso tempo migliorerà il quadro demografico in Serbia”.

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