La Germania, sostenuta da Gran Bretagna e Croazia, ha posto nuove condizioni per dare il via libera ai negoziati di adesione della Serbia all’Unione europea che si sostanziano nella richiesta di un indiretto riconoscimento del Kosovo come piena entità statale da parte della Serbia. Secondo quanto apprende Blic, agli incontri di ieri a Brussels sono volate parole pesanti tra il primo ministro serbo Aleksandar Vucic e il primo vice primo ministro di Pristina Hashim Thaci.
A Brussels non si è giunti a un accordo in merito alla domanda di adesione all’UNESCO presentata dal Kosovo.
“Non mi dovete più parlare dell’apertura dei capitoli negoziali: se volete aprirli bene, se no, evitate di parlarne”, ha sbottato brutalmente Vucic durante un incontro informale con l’Alto Rappresentante della politica estera dell’Unione europea Federica Mogherini e il primo ministro del Kosovo Isa Mustafa. Secondo Blic Vucic avrebbe poi detto: “La Serbia ha mantenuto la parola ma tutti gli altri non hanno rispettato gli accordi”, e ha ricordato che il governo kosovaro non ha ancora passato il decreto sulla formazione dell’Unione delle municipalità serbe in Kosovo e che l’accordo sul catasto del 2011 è rimasto lettera morta. Vucic ha fortemente criticato l’arresto di serbi a Brezovica e il tentativo di adesione del Kosovo all’UNESCO tenendo all’oscuro di ciò la Serbia, non solo da parte kosovara, ma anche di molti membri Ue. I negoziati sono stati molto duri e Blic viene a sapere di un pesante alterco tra Vucic e Thaci. Tra i punti che la Serbia non accetta vi sono la cessione dell’amministrazione della cittadina di Ujman a Pristina, la trasformazione dei valichi amministrativi in valichi di frontiera, la cessazione dei fondi che pagano il personale amministrativo serbo in 29 comuni kosovari.
“La situazione è diventata molto complicata. Oggi ci è stato comunicato un emendamento alle condizioni per l’apertura del capitolo 35 che ci impone il riconoscimento, diretto o indiretto, del Kosovo come condizione essenziale per l’inizio dei negoziati”, ha dichiarato Marko Djuric, direttore dell’ufficio governativo per il Kosovo e Metohija, il quale ha aggiunto che l’intera delegazione serba è rimasta disorientata dalla richiesta e il primo ministro sta rifletendo sul da farsi e convocherà il governo entro 48-72 ore per discuterne.
“Credo che molti nell’Unione non capiscono la situazione e le dimensioni del problema. Quando hanno tentato di definirci popolo genocida in merito alla strage di Srebrenica con l’aiuto della Russia abbiamo vinto, mentre durante il recente tentativo croato di bloccare le frontiere con la Serbia siamo stati in grado di reagire e la scelta si è rivelata un boomerang.
Djuric ha aggiunto che “l’Unione europea dovrebbe dirci chiaramente se ci vuole o no. Noi vorremmo finalizzare i rapporti con Pristina, siamo pronti per il dialogo. Dovremmo parlare con loro in nome di tutti i cittadini serbi, però non si può chiedere al primo ministro, nè alla delegazione serba di fare qualcosa contro il proprio popolo”, ha detto Djuric.
Alla domanda se c’è speranza di migliorare la situazione, Djuric ha risposto che non andrebbero a Bruxelles se non credessero che il dialogo abbia senso, però che non è giusto porre nuove condizioni, in particolare perchè lo fanno quelli che si presentano come amici della Serbia.
Inoltre, la portavoce di Federica Mogherini, Maja Kocijancic non ha potuto rispondere precisamente se il dialogo viene condotto tra Belgrado e Pristina ossia tra la Serbia e il Kosovo.”Per noi esiste solo una definizione del dialogo. Si tratta del dialogo che si sta sviluppandi da anni. Per noi c’è solo un dialogo e solo un alto rappresentante. Questo si potrebbe verificare in tutti i documenti”, ha detto la Kocijancic.
I primi ministri Vucic e Mustafa non discuteranno sulla bozza della piattaforma negoziale che è stata preparata per l’apertura del capitolo 35. Però, questa bozza potrebbe determinare il corso futuro del dialogo, visto che all’interno di essa l’Ue dichiara le sue aspettative nei confronti della Serbia e pone alcuni criteri ossia condizioni che la Serbia dovrebbe adempire per continuare le trattative con l’Ue.
Questo è un problema, perchè i rappresentanti di Belgrado ritengono che la bozza significhi la rinuncia alla neutralità dell’UE e che preveda la fine del dialogo tra Belgrado e Pristina.
(RTS-Blic, 13.10.2015)