L’Industria petrolifera della Serbia (NIS), di proprietà della società petrolifera Gazpromneft e delle autorità dello Stato serbe, sta affittando e persino offrendo di vendere le proprie risorse geo-termali a queste stesse autorità.
Oltre a lasciare che Gazpromneft utilizzi il petrolio e il gas del Paese, la Serbia ha permesso all’azienda russa di utilizzare le proprie risorse geo-termali, divenute “un cappio intorno al collo” delle nostre terme. Ogni anno, NIS guadagna decine di milioni di dinari dalla vendita di acqua geotermica e gode anche di una posizione privilegiata in questo segmento.
Inoltre, NIS sta infrangendo la legge sulla ricerca mineraria e geo-termica, pagando solo l’1% al posto del 2% dei fondi generati in questo modo nel bilancio statale.
Il Direttore dell’Ospedale di Riabilitazione Specializzata di Banja Kanjiza, Slobodanka Drndarski, afferma che ogni anno NIS calcola i prezzi dell’acqua geotermica in modo di cui solo la stessa azienda è a conoscenza.
“Nel 2012 il prezzo variava da 53 a 63 dinari per metro cubo di acqua calda. Nel 2015, è salito a 90 dinari. Nello stesso anno, abbiamo dovuto pagare circa 11 milioni di dinari per l’acqua. Il prezzo è sempre fluttuante. D’altra parte, se vogliamo fare i nostri pozzi d’acqua, abbiamo bisogno di un permesso del NIS che possiede diritti di sfruttamento ed esplorazione delle fonti geo-termali”, spiega Drndarski.
L’accordo sulla vendita di NIS firmato da Gazpromneft e dalle autorità serbe presenta diversi altri aspetti negativi. NIS è stata venduta al di sotto del suo valore realistico, a soli 400 milioni di euro, con l’obbligo per l’investitore di investire ulteriori 500 milioni di euro. Tutto si è svolto senza una corretta offerta, attraverso un affare diretto. Il valore della quota venduta di NIS era stato stimato tra 600 milioni e 1,1 miliardi di euro, e il pubblico in Serbia non è mai stato a conoscenza dei termini della firma del contratto.
Oltre a NIS, le autorità serbe hanno venduto a Gazpromneft anche il diritto di gestire le riserve naturali di petrolio e gas, il cui valore è stato stimato intorno ai 7 miliardi di euro.
Inoltre, Gazpromneft paga solo il 3% dell’affitto minerario in Serbia, anche se, in qualsiasi altra parte del mondo, questa percentuale varia tra il 10% e il 30% del denaro guadagnato dallo sfruttamento delle risorse minerarie.
Solo in Vojvodina, NIS possiede un totale di 75 pozzi geotermici, con solo 12 attivi. Come comunicato da NIS, vi è la disponibilità alla vendita di pozzi attivi e inattivi.
(Blic, 23.05.2017)
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