Nikolic risponde a Roth: no all’indipendenza del Kosovo

Non si arresta il polverone di polemiche sollevato dalle dichiarazioni che Michael Roth, Ministro di Stato per l’Europa presso il Ministero degli Esteri tedesco, ha reso lunedì scorso sulle relazioni che la Serbia intrattiene attualmente con Kosovo e Russia. Dopo Dacic, anche il Presidente Nikolic esprime il suo disappunto in relazione alla vicenda. 

Secondo Vecernje Novosti, Roth, Ministro di Stato per l’Europa presso il Ministero degli Esteri della Germania, avrebbe “sconvolto la leadership dello stato serbo” con le sue dichiarazioni sul sostengo che la Germania assicurerà alla Serbia qualora il paese fosse determinato a far parte della UE, e non della Russia.

Il gabinetto del Presidente Nikolic ha duramente reagito all’osservazione di Roth secondo cui “la questione del Kosovo deve essere chiarita” prima dell’adesione all’Unione Europea.

“La Costituzione della Serbia è chiara e il Presidente della Repubblica non potrà mai violarla. La Serbia è militarmente neutrale e non accetterà mai l’indipendenza del Kosovo. Allo stesso tempo, accettiamo le condizioni per l’adesione all’UE nella misura in cui non prevedono da parte nostra il riconoscimento del Kosovo e Metohija “: è quanto ha dichiarato a Vecernje Novosti la Consigliera Presidenziale Stanislava Pak-Stankovic.

In un incontro presso la Facoltà di Scienze Politiche a Belgrado tenutosi lo scorso lunedì, Roth ha confermato il sostegno tedesco alle trattative per l’adesione della Serbia nell’Unione Europea, precisando che quest’ultima “ha la sua politica estera e di sicurezza”, rispetto alla quale i paesi candidati sono invitati ad allineare gradualmente la propria.

Il giorno successivo, il Ministro degli Esteri Ivica Dacic ha definito le parole di Roth “inappropriate e offensive”.

Ivo Viskovic, docente presso la Facoltà di Scienze Politiche ed ex-ambasciatore della Serbia in Germania, rilasciando un’intervista a Sputnik, ha invitato a non considerare la dichiarazione del funzionario tedesco “come un insulto”, ma come un passo nel “processo logico di armonizzazione della politica estera di Belgrado con la politica di Bruxelles.”

Anche il partito di opposizione DSS si è espresso sulla vicenda, accusando il governo di mancanza il coraggio nel comunicare ai cittadini serbi le condizioni che il paese deve soddisfare e il prezzo che deve pagare per entrare nella UE. In una dichiarazione diffusa mercoledì, il DSS ha anche detto che “è noto da lungo tempo quanto gli interessi di Serbia e Germania siano irrimediabilmente in conflitto”.

(b92, 14.09.2016)

http://www.b92.net/eng/news/politics.php?yyyy=2016&mm=09&dd=14&nav_id=99204

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