Il Presidente di Serbia, Tomislav Nikolic, nell’intervista alla TV B92, ha dichiarato che attualmente la Serbia ha tre dilemmi da risolvere.
I primi due sono i rapporti con l’amministarzione di Pristina, e lì bisogna determinare fino a quale punto la Serbia e’ pronta ad andare avanti.“Noi non abbiamo ricevuto la richiesta a riconoscere l’indipendenza del Kosovo, ma i diplomatici dicono che questa sara’ una delle condizioni principali. Personalmente, questa posizione neutrale dell’UE mi offende un pò, perché non possono avere tutti la stessa posizione, sia uno Stato fondatore dell’ONU e uno stato autoproclamato, cioé il Kosovo”, afferma Nikolic.
Il terzo dilemma è il rapporto con la Russia. “Il nostro desiderio di entrare nell’UE è sincero e per la prima volta è evidente il grande impegno del nostro Stato in merito all’adesione all’Unione Europea, ma quelli che pensano che possiamo trascurare i rapporti con la Federazione russa, si illudono seriamente”.
Parlando dei vantaggi diretti, Nikolic ha detto che e’ stato necessario rinovare i rapporti con Il Paese il quale ci ha aperto il proprio mercato, il quale ha grandi risorse di energia e un capitale enorme. “La prima volta quando sono andato in Mosca, ho chiesto un prestito in nome del Governo serbo per coprire il deficit del bilancio. Poi, i funzionari russi ci hanno offerto l’assistenza nel processo delle trattative sul Kosovo e aiuto nel miglioramento dei rapporti con l’UE, che per noi rappresenta un grande sostegno al livello mondiale.”, ha dichiarato Nikolic.
In merito al South Stream e alle critiche emerse sull’accordo energetico e come si è arrivati alle sue critiche al governo durante la sua visita a Mosca Nikolic ha detto che le cose non sono andate così: “Ho detto che la decisione del Governo è stata poco argomentata e poteva essere equivocata a Mosca”. Nikolic ha rivendicato: “io non ho due parole come i miei predecessori: una per l’Est e una per l’Ovest, una per i concittadini e una per i partner esteri. Sono del tutto sincero davanti a ogni mio interlocutore, non ho complessi e non voglio mentire. Avrei potuto cavarmela dicendo che l’accordo intergovernativo è stato firmato da Kostunica e da Tadic ma non lo hanno firmato loro ma la Serbia”.
In merito alla cerimonia di inizio dei lavori del South Stream in Serbia e del caso creatosi con il mancato invito in un primo momento del ministro dell’energia il presidente ha ricordato che tale evento è stato organizzato dal governo e non dalla Presidenza. In ogni caso Nikolic ha detto che ha da fare critiche sul conto di alcune persone ma non ha specificato chi.
“Sono completamente dedicato alle mie funzioni di Presidente e non mi coinvolgo nelle scelte dei partiti. Vedo funzionari di partito che si tutelano l’uno con l’altro, ministri che influenzano i media e li finanziano attraverso imprese di Stato, che vi sono benefici, altri che alzano i toni, ma in tutto questo non mi immischio”. Egli non ha voluto commentare la dichiarazione del ministro Zorana Mihajlovic secondo la quale ci sono ministri che lavorano contro lo Stato e inseriscono imprese vicine a loro nei progetti del governo e nelle attività dello Stato. “Non so perché dovrei interessarmene, il Presidente non indaga sulle attività criminali”.
Il presidente ha ammesso di usare la ua influenza ma solo quando pensa che le cose vanno per le lunghe: “Chiamo e chiedo se ritengono che debbano finire la procedura ma non entro nel merito di come deve essere conclusa. Ci sono persone che aspettano da dieci anni che una pratica si concluda. Io chiamo i funzionari e domando se non si vergognano per questo ritardo. Non è un condizionamento ma una pressione solo affinché termini la procedura, non mi interessa come”, specifica Nikolic.
Il presidente ha parlato dei media, prima di tutto i tabloid. Ha detto che su alcuni egli è nelle prime pagine sin da quando ha iniziato a fare politica e che queste copertine “gliele mettono via” per non imbarazzarlo, sia quando perdeva che quando vinceva. “Questo non riguarda i politici ma il fatto che i quotidiani sono diventati tabloid. Essi competono per vendere più copie a colpi di scandali e gossip. Davvero mi fa male quando vedo le prime pagine con bambini maltrattati, uccisi, drammi familiari, conflitti. Cosa hanno di serie queste prime pagine per attrarre i lettori? Questi ultimi li abbiamo rovinati, modificando il desiderio dei lettori di leggere qualcosa di valido. Ora ci siamo orientati sugli scandali e sui gossip, sulla violazione della privacy, forse anche troppo, perché spesso non c’è verità, nessuno si scusa e non ci sono conseguenze”.
Sul caso di Miroslav Miskovic il Presidente ha detto che con gli uomini d’affari non ha particolari rapporti ma che gli fanno male gli articoli sui quotidiani che affermano che Miskovic lo abbia chiamato da Cipro prima dell’arresto e che egli gli avrebbe detto di “tornare senza farsi problemi”. “Non l’ho mai sentito. Vi sono stati due incontri quando mi hanno chiamato il primo ministro, il primo vice primo ministro e il capo della polizia per dirmi che c’erano abbastanza prove per arrestarlo. Io ho detto loro di verificare tutto per bene poiché ben consapevole dei soldi che egli poteva investire nella sua difesa e dei media internazionali che poteva muovere. Loro mi hanno detto che tutto era chiaro e allora ho risposto: “allora perché mi chiamate?”
In merito allo scandalo delle intercettazioni non autorizzate Nikolic ha detto che esse vanno ancora avanti per cui quando il primo ministro Dacic lo ha chiamato per aggiornarlo sull’operazione antidroga “Tuono” egli ha interrotto la comunicazione per paura di essere intercettato.
Alla domanda perché i media lo colleghino a Miskovic il presidente ha risposto: “Perché non a qualcun altro? Mi vedo con tutti, con Miskovic ci siamo visti a livello di conoscenza reciproca, non come amici di famiglia ma come con un uomo che ha 30,000 dipendenti, gestisce una grand eimpresa, ha costantemente qualche problema, in ogni caso bisogna parlarsi. Si dimenticano che mi son visto con Miskovic quando ero all’opposizione, non ora che sono al potere”.
Alla domanda se il magnate Milan Beko, che gli fece visita durante lo sciopero della fame del 2011, abbia fruito di un trattamento diverso Nikolic ha risposto: “Non so che trattamento abbia ricevuto. Dopo quell’episodio con Beko non ci siamo né visti né sentiti. Se ritenete che lui abbia commesso un crimine allora rivolgetevi alle autorità competenti, io non faccio questo”.
Alla domanda se egli sostiene la lotta alla corruzione Nikolic ha dichiarato che la domanda “non è corretta”: “Questo è il Partito del Progresso Serbo, costruito attorno a tale idea” e ha specificato che quando egli è arrivato alla presidenza la legge è stata cambiata e le responsabilità per la lotta alla corruzione sono passate dal capo di gabinetto della presidenza ad Aleksandar Vucic, che aveva più energia per perseguire questo obiettivo.
Alla domanda se non ritenesse che fosse stato meglio che Tadic rimanesse al vertice del Partito Democratico Nikolic ha risposto di sì: “Credo che il DS sia più forte con a capo Tadic che con Djilas ma questa è una vicenda che riguarda loro. In un tale caos pe ri democratici potrebbe risultare difficile decidere. Ho sempre sostenuto un sistema bipartitico ma con i partiti nelle condizioni attuali credo che i progressivi non avranno una vera opposizione e questo non è un bene per il mio partito”.
In merito al rappoto con Aleksandar Vucic il Presidente dice che tra loro vi è ancora un rapporto onesto “Non è come quando stavamo entrambi solo nel partito, perché allora stavamo assieme tutti i giorni, Vucic si è caricato di molti impegni – dice l’ex leader dei progressivi – e vedo un partito che si trasforma, in movimento. Non abbiamo litigato su chi dovesse guidare il partito. I “miei” o i “suoi” no: tutti sono i nostri, la nostra politica”.
Sulle elezioni anticipate Nikolic afferma di rispettare tutti i partiti, di governo e di opposizione, ma crede che l’orientamento dell’opinione pubblica sia che quel che l’SNS decide di fare poi lo fa. Alla domanda se alla Serbia servono nuove elezioni il Presidente risponde “Se guidassi un partito direi di sì. Di solito le opposizione per principio vogliono le elezioni anticipate ma da quando siamo arrivati al potere nessun partito di opposizione le ha chieste. Ma se una persona al governo ha accresciuto la reputazione del suo partito perché non potrebbe chiedere le elezioni anticipate?”
Nikolic alla domanda se ritiene di essere intercettato illegalmente ha risposto di sì. Nikolic non ha fatto i nomi dei possibili responsabili ma ha indicato settori della polizia non soddisfatti dell’attuale contesto politico. “Quando in qualche incontro ufficiale faccio delle dichiarazioni il giorno dopo esse appaiono sui media senza che esse siano trapelate dagli ambienti della Presidenza. E’ compito del ministro degli interni evitare che queste cose accadano, e non soltanto per la mia sicurezza. Ho detto chiaramente a Dacic che ci sono persone che mi stanno sabotando”.
In merito alle celebrazioni per i cento anni dell’inizio della prima guerra mondiale Nikolic ha detto di non essere soddisfatto dei preparativi e di aver avuto al riguardo un confronto duro con Dacic. Facendo notare che a Sarajevo ci è un monumento dedicato all’arciduca Francesco Ferdinando e che Gavril Princip è oggi considerato un terrorista Nikolic ha espresso il desiderio di essere una volta lì per poter difendere la sua visione della storia.
Infine alla domenda cosa farà al termine dei tre anni e mezzo mancanti di mandato Nikolic ha detto di avere un partito dove ritornare, dove c’è ancora molto da fare e dove può dare e ricevere ancora molto.
(B92, 24.12.2013)