Il primo ministro Vucic ha invitato gli uomini d’affari serbi a investire in Kosovo, offrendo vari sussidi e incentivi. Questo invito invece non è una novità, l’hanno fatto anche i governi precedenti, ma la novità è quella che il primo ministro serbo sostiene gli investimenti nell’ambiente albanese.
Vucic non ha spiegato come il paese intende incoraggiare gli investimenti, ad esempio, a Djakovica, considerando che il Kosovo non ha legami legislativi ed economici con la Serbia, tranne il contrabbando. “Investite in tutte le regioni e anche in Albania. Durante un’intervista con il primo ministro albanese Edi Rama, abbiamo concordato che l’Albania garantirà gli investimenti, visto che il governo albanese mostra un particolare interesse verso gli investimenti serbi”, ha detto Vucic rimarcando che sostiene gli investimenti in parti dove vivono gli albanesi perché “la Serbia vuole conettere la gente”.
Gli uomini d’affari non sono molto impressionati dall’appello del primo ministro serbo, prendendolo come un’iniziativa politica e non imprenditoriale. “Il capitale c’è dove c’è il profitto. Gli uomini d’affari lo sanno bene e non hanno bisogno di essere tirati per la giacca. In Kosovo molti problemi non sono risolti, a partire dei comuni serbi fino alla normativa doganale e alla valuta per poter eseguire i pagamenti. E’ ingenuo credere che alcuni investimenti possono stabilizzare la situazione in Kosovo e su questo non ci piove. Quando si tratta di investimenti nelle comunità albanesi, si tratta di una dichiarazione politica e niente di più“, ha detto al quotidiano “Vesti” Milan Knezevic, proprietario della compagnia ”Modus”, mentre il consulente per gli investimenti stranieri Milan Kovacevic ha detto che “dobbiamo incoraggiare gli investimenti stranieri in Serbia e non deflussi di capitale. Anche se il nostro governo considera il Kosovo come la parte del paese, investire lì attraverso sussidi in una situazione di enorme debito pubblico rappresenta, di fatto, un deflusso di capitale”.
(Vesti, 02.06.2015)