È stato stimato che, dall’ottobre 2020 all’ottobre 2022, sono tornati in Serbia 15.000 di lavoratori in più di quelli partiti.
La Serbia è quindi diventata un Paese di ritorno, e il motivo non è la pandemia, dice l’organizzazione no-profit Point of Return. Tra i rimpatriati ci sono molti esperti di informatica e ingegneri meccanici, quindi l’afflusso delle persone altamente istruite è superiore al deflusso. Sebbene la Germania, ad esempio, abbia un bisogno cronico dei lavoratori stranieri, il costo della vita è raddoppiato e il risparmio potenziale è minimo.
La Germania ha un estremo bisogno dei lavoratori edili, perché su 850.000 lavoratori, 150.000 stanno andando in pensione. Nonostante ciò, Nenad Radičević, corrispondente della RTS dalla Germania, afferma che gli stipendi in questo settore sono aumentati leggermente nell’ultimo periodo, mentre il costo della vita è aumentato drasticamente negli ultimi due anni.
“In effetti, i prezzi degli alloggi e dei generi alimentari sono quasi raddoppiati in due anni, nonostante le statistiche ufficiali mostrino che l’inflazione è stata inferiore al dieci per cento l’anno scorso. Il costo della vita è aumentato così tanto che i risparmi della maggior parte dei lavoratori in Germania si sono ridotti al minimo”, sottolinea Radičević.
“Quello che una volta si chiamava fuga di cervelli oggi non è più un problema così grande, perché in realtà l’afflusso delle persone altamente istruite è superiore al deflusso”, afferma Ivan Brkljač, direttore di Point of Return.
Uno dei motivi per cui i lavoratori serbi del settore informatico stanno tornando è che le aziende globali sono ora disposte ad accettare il lavoro a distanza. Alcuni rimpatriati vogliono ricongiungersi con le loro famiglie e il costo delle baby-sitter e degli asili nido qui è molto più basso che in Gran Bretagna o negli Stati Uniti, per esempio.
(RTS, 06.03.2023)
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