NALED: dialogo tra pubblico e privato chiave dello sviluppo

Il NALED (National Alliance for Local Economic Development) ha dedicato una giornata di studio e confronto sul dialogo tra istituzioni pubbliche e settore privato. 

Una giornata per capire a che punto è il dialogo tra settore pubblico e settore privato, quali sono i risultati più importanti finora raggiunti e quali sono le prospettive e le migliori pratiche che possono essere portate in Serbia da altri paesi, a partire dall’esperienza delle istituzioni europee e statunitensi. La conferenza “Dialogo pubblico-privato per lo sviluppo”, tenutasi oggi 29 giugno all’hotel Hyatt, ha promosso un confronto tra operatori del settore privato, rappresentanti delle istituzioni statali serbe e istituzioni internazionali al fine di rafforzare il processo e accrescere la sensibilità diffusa sull’importanza di un processo decisionale e di pratiche condivise tra le due componenti.

L’Ambasciatore USA in Serbia Kyle Scott ha aperto la conferenza evidenziando il ruolo del NALED nella promozione del dialogo tra soggetti pubblici e privati al fine di promuovere il miglioramento del contesto d’affari e la maggior apertura delle istituzioni pubbliche alle istanze della società civile.

William Maloney, capo economista della Banca Mondiale per lo sviluppo sostenibile, ha evidenziato come non sia possibile prevedere il prossimo shock tecnologico o economico, ma è importante preparare un settore privato agile e capace di comprendere il cambiamento di scenario, la necessità degli adattamenti da fare e cogliere le nuove opportunità che si vengono a creare. La consapevolezza dei propri limiti organizzativi, tecnologici e manageriali è il primo passo per le imprese per poter evolversi, mentre al contrario l’esperienza di molti paesi in transizione è quella di piccole e medie imprese troppo rigide per affrontare i cambiamenti. Maloney ha sostenuto gli incentivi a export e al miglioramento dell’efficienza aziendale, pur rimarcando che a suo avviso gli Stati non devono creare valore ma solo far fronte ai fallimenti del mercato.

Nel dialogo tra Violeta Jovanoovic, direttrice del NALED, e Joseph Lowther, presidente della Cardno International Development e già direttore in Serbia per USAID per il miglioramento del contesto d’affari tra il 2011 e il 2017, sono stati ricordati i risultati conseguiti negli ultimi anni grazie al dialogo tra attori pubblici e privati, risultati quali la digitalizzazione delle licenze edilizie, il miglioramento delle attività di ispezione e dell’amministrazione fiscale in genere, la legge sul lavoro, il miglioramento delle condizioni di operatività per gli investimenti e delle casse pubbliche. Lowther ha ricordato tre regole fondamentali: comunicazione, networking, comprensione reciproca degli attori coinvolti.

Nel panel di discussione sull’ambito regolatori il vicepresidente del Parlamento e presidente della Commissione economica Vladimir Marinkovic ha ricordato che la Serbia non ha una storica tradizione nel dialogo tra privato e pubblico, che può farsi risalire solo dal 2000 in poi. Nonostante questo ritardo vi è, da parte del mondo politico, una grande apertura e disponibilità a promuovere l’ascolto del mondo privato che attraversa i partiti e gli schieramenti, con un particolare accento sugli enti locali. Simone Tagliapietra del Centro studi Bruegel di Brussels ha ricordato due meccanismi tipici dell’Unione europea: le consultazioni pubbliche  di tutti i soggetti rilevanti che partono non appena un tema viene considerato oggetto di normazione e il Transparency Register che definisce chiaramente gli interessi e gli obiettivi degli stakeholders. In questo modo si evita di coinvolgere formalmente gli attori privati solo a valle del processo e si definisce chiaramente chi e per quali fini contribuisce al dibattito legislativo.

Umur Gokce, analista del contesto regolatorio dell’OSCE ha presentato una ricerca per evidenziare i vantaggi del dialogo tra settore pubblico e privato in Europa orientale. In particolare tale dialogo migliora il livello di trasparenza delle pubbliche amministrazioni e migliora la qualità della legislazione perché i legislatori possono verificare e bilanciare i diversi interessi toccati da una normativa, sviluppare analisi costi e benefici, facilitare il dialogo tra diversi settore dell’amministrazione pubblica coinvolti nel processo, ma soprattutto i legislatori possono contare sulle competenze, sulle prospettive e sulle idee di settori abituati a operare con logiche diverse al fine di trovare soluzioni e pratiche innovative.

Fa riflettere il dato che nei Balcani occidentali il 70% circa della legislazione viene ancora adottata senza alcuna consultazione. Il lavoro da fare per recuperare il ritardo resta ancora tanto, sfida quasi impossibile senza appunto un forte dialogo tra pubblico e privato.

 

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