Mosca “spinge” le quote di esportazione per la Serbia

Il libero scambio con l’Unione economica eurasiatica non è ancora stato messo in atto, anche se ci sono indicazioni dalla parte russa che le quote richieste dal nostro paese per le bevande alcoliche, formaggi e sigarette saranno approvate.

L’Ambasciatore della Federazione Russa in Serbia, Alexander Chepurin, ha annunciato pochi giorni fa che l’istituzione di una zona di libero scambio è una “cosa fatta”, e che si aspetta solo la conferma dal Consiglio intergovernativo. Sul suo account Twitter, Chepurin ha scritto che il ministro per lo sviluppo economico della Russia, Maxim Orekin, ha annunciato che il Consiglio intergovernativo eurasiatico deciderà presto sulla creazione di una zona di libero scambio tra la CEEA e la Serbia.

“Durante questa settimana, da Mosca, dovremmo ricevere informazioni dell’approvazione del Consiglio intergovernativo”, ha detto per il giornale Novosti, Jagoda Lazarevic, Consigliere speciale del Ministro del Commercio.

“L’ultimo ciclo di negoziati dovrebbe concludersi il 21 marzo. I nostri requisiti si riferiscono a quote per sigarette, alcuni tipi di formaggi e bevande alcoliche e abbiamo l’informazione che ciò ci sarà concesso. Tuttavia, in quanto i negoziati non sono finiti, non vogliamo pregiudicare nulla”, ha commentato Jagoda Lazarevc.

La Serbia ha chiesto che le vengano concesse quote tariffarie di 1.000 tonnellate di taluni formaggi, 2.000 tonnellate di sigarette e 50.000 litri di vinjak. Per ora, abbiamo ottenuto solo l’esenzione dai dazi per l’esportazioni di grappe di frutta.

Come ci ha spiegato di recente la Lazarevic, l’esportazione del formaggio serbo ha provocato molto fastidio alla Bielorussia, in quato essa produce 200.000 tonnellate all’anno di formaggi. Di questo importo, oltre 180.000 tonnellate sono esportate nel mercato russo. Per quanto riguardoo il vinjak, invece, ad essere contraria è l’Armenia, perché anche loro cercano di proteggere la posizione del loro cognac nel mercato russo. Entrambi i paesi, la Bielorussia e l’Armenia, si sono opposti all’esportazione esente da dazi delle sigarette serbe.

Come sottolinea Jagoda Lazarevic, questi paesi continuano ad addebitare alla Serbia dazi per l’esportazione dei prodotti serbi in questi paesi, mentre, ad esempio, la Russia e la Bielorussia i loro formaggi possono esportare nel territorio della Serbia senza l’addebito di dazi doganali. Lo stesso vale per il regime di importazione di sigarette dalla Federazione russa in Serbia, mentre i nostri esportatori devono pagare il 18% del dazio doganale.

L’Unione economica eurasiatica è stata fondata nel 2015 ed è composta da Bielorussia, Armenia, Kazakistan, Russia e Kirghizistan. Il mercato comprende oltre 180 milioni di abitanti e l’attuale scambio di merci con la Serbia raggiunge i 2,8 miliardi di dollari. La Serbia comunque fa più scambi con la Russia, ed è noto che molti investitori stranieri hanno deciso di investire in Serbia proprio grazie all’accordo sulle esportazioni esenti da dazi con la Federazione Russa.

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