L’agenzia di rating Moody ha aggiornato il rating dell’emittente a lungo termine della Serbia e il rating del debito senior non garantito da B1 a Ba3, mentre l’outlook, secondo quanto comunicato dal Ministero delle Finanze serbo, è stato spostato a stabile (da positivo).
Le ragioni principali di questo aggiornamento del rating sono state la corretta attuazione del risanamento di bilancio, che ha abbassato l’aumento del peso del debito nel PIL nazionale, e le riforme strutturali, che hanno aumentato la capacità di ripresa dell’economia serba.
Moody sostiene che le tendenze fiscali positive nel paese hanno portato il disavanzo delle amministrazioni pubbliche a raggiungere l’1,4% del PIL nazionale, risultato di gran lunga inferiore rispetto al target previsto del 4% per il bilancio 2016. Inoltre, la Serbia ha registrato una crescita del 2,8% nel 2016, raggiungendo il tasso di crescita più elevato degli ultimi otto anni.
Secondo le stime di Moody, la crescita quest’anno si assesterà al 3%, e raggiungerà il 3,3% nel 2018. Si sottolinea, inoltre, che, nel 2016, la Serbia ha registrato il primo avanzo primario di bilancio a partire dal 2005, “sostenendo una diminuzione del debito delle amministrazioni pubbliche in rapporto al PIL al 74% del PIL alla fine del 2016”.
Moody conclude la spiegazione alla base dell’upgrade del rating: “La Serbia ha potuto beneficiare di miglioramenti istituzionali continui, parte del processo di adesione all’UE. I progressi nell’adesione all’UE, cammino proseguito attraverso i governi successivi, ha permesso alla Serbia di aprire formalmente 8 capitoli su un totale di 35, dall’inizio dei negoziati di adesione formali nel dicembre 2014. La decisione, da parte della Banca Nazionale di Serbia, di ridurre l’obiettivo di inflazione dall’ 1% al 3% (con un margine di 1.5 punti percentuali di tolleranza) riflette il miglioramento dei fondamentali macro, le aspettative della riduzione dell’inflazione e una maggiore credibilità della banca centrale. Moody prevede che l’ancoraggio delle aspettative di inflazione a livelli più bassi aiuterà a ridurre i tassi di interesse a lungo termine e a sostenere la crescita potenziale”.
(Vecernje Novosti, 18.03.2017)
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