Il caporedattore del settimanale “NIN”, Milan Ćulibrk, ritiene che l’ottimismo del governo serbo a riguardo della situazione economica nel Paese sia insensato, ed è preoccupato per quello che accadrà in autunno quando si concluderanno gli aiuti governativi al settore privato, che considera il più colpito dalla crisi dovuta al coronavirus.
“Quello che sentiamo ogni giorno è che siamo i leader in Europa, e uno dei pochi Paesi al mondo che non subirà una recessione economica. Quello che sicuramente mi preoccupa è un simile approccio alla crisi economica più grande, secondo molti economisti del mondo, dal 1929. Mentre il mondo intero è piuttosto preoccupato per il futuro, qui sentiamo costantemente come le cose da noi siano migliori rispetto a un anno fa”, ha detto Ćulibrk alla televisione “N1”.
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“Quale economia può dire di stare meglio di un anno fa, nel mezzo di una grande crisi mondiale, quando la situazione era del tutto normale e quando il governo si vantava che eravamo nell’anno di maggior successo nella storia della Serbia in senso economico?”.
L’esperto si è detto “terribilmente preoccupato poiché coloro che dovrebbero prendersi cura dell’economia, talvolta si sforzano più di convincere i cittadini che stiamo meglio di prima, invece di concentrare i loro sforzi sulla risoluzione del problema”.
Il governo a volte dice che la cassa dello Stato non è un pozzo senza fondo, poi annuncia l’imminente costruzione dello stadio nazionale da 250 milioni di euro, affermando che il denaro non è un problema.
“Come fa il denaro a non essere un problema, se a fine giugno avevamo un deficit di tre miliardi e 200 milioni di euro nella tesoreria dello Stato, e per la fine dell’anno si prevede che ammonterà a tre miliardi e 800 milioni di euro. Dall’inizio della pandemia fino alla fine di giugno, lo Stato ha preso in prestito 27 milioni e 700 mila euro al giorno. E poi qualcuno mi dice che il problema non è lo stadio da 250 milioni di euro”, ha affermato Ćulibrk.
L’unico modo per lo Stato per prendere in prestito di più, è con degli interessi che saranno poi pagati dai cittadini.
“Sentiamo prima che la cassa non è un pozzo senza fondo e non ci sono più soldi, poi all’improvviso compaiono 250 milioni di euro per lo stadio, e i debiti di “Air Serbia” vengono coperti con centinaia di milioni di euro, visto che il partner straniero non ha voluto cancellare parte del prestito preso dall’Etihad…Temo che ci scaveremo una buca dalla quale forse non saremo in grado di uscire”, ha continuato Ćulibrk.
“Il governo diffonde costantemente ottimismo, come se la situazione fosse completamente normale, come se non ci fossero problemi… Non abbiamo niente di più intelligente da fare che buttare via 250.000.000 di euro in uno stadio, e sottolineare che il valore del mercato immobiliare aumenterà nelle vicinanze dello stadio. Come se il Presidente o il Ministro delle finanze costruissero lì degli appartamenti privatamente, e poi li vendessero per trarne un vantaggio. Che tipo di vantaggio ha lo Stato da un privato che costruisce appartamenti, oltre alla riscossione dell’IVA?”.
Ha aggiunto che la Serbia, per mantenere il riequilibrio del bilancio del governo da maggio, ha nel budget massimo 25 milioni di euro al mese, che è una “goccia nell’oceano”, aggiungendo che esiste una grande possibilità che il debito superi il 60% del PIL entro la fine dell’anno.
In una situazione così all’esperto non è chiaro perché “620 milioni di euro siano stati scialacquati prima delle elezioni, distribuiti a caso come un ubriaco che li butta dal proprio cappello, a chi ne aveva bisogno e a chi non ne aveva”, mentre questi soldi (100 euro per ogni cittadino adulto che presentava domanda di assistenza) potevano essere utilizzati in autunno per aiutare i settori più vulnerabili.
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