Secondo quanto riporta EBLnews, nel corso della giornata di domenica il Ministro degli Interni, Nebojsa Stefanovic, ha dichiarato che, negli ultimi mesi, le autorità hanno impedito l’ingresso illegale di circa 7.500 migranti nel territorio serbo.
“Negli ultimi 7-8 mesi, abbiamo rimandato indietro circa 7.500 migranti che si sono rifiutati di entrare regolarmente nel paese. Il loro primo contatto con la Serbia non può avvenire in violazione della legge”, ha dichiarato Stefanovic a Pink TV.
Il Ministro ha colto l’occasione per rivolgere accuse nei confronti di alcune organizzazioni non governative che, a suo parere, contribuirebbero a “favorire un nuovo clima, nel contesto del quale si sostiene che qualcosa di terribile sta accadendo ai migranti in Serbia”.
I centri di accoglienza in Serbia dispongono in totale di 6.000 posti letto, ma si stima che siano almeno 1000-1200 i migranti al di fuori del sistema, che fornisce loro vitto e alloggio. Diverse centinaia di migranti soggiornano attualmente a Belgrado all’interno dei magazzini abbandonati, nei pressi della stazione centrale degli autobus.
Il Commissario europeo per gli aiuti umanitari e gestione delle crisi, Christos Stylianides, recatosi in visita nella capitale serba a metà gennaio, aveva annunciato lo stanziamento, da parte dell’Unione europea, di altri quattro milioni di euro a favore della Serbia per aiutare migranti e rifugiati, e aveva lodato il governo serbo per gli sforzi compiuti sinora nella gestione della crisi migranti.
Il Ministro del Lavoro serbo, Aleksandar Vulin, ha dichiarato successivamente che la Serbia non aumenterà le capacità dei suoi centri di accoglienza dagli attuali 6.000 posti letto, reputando la situazione di accoglienza e alloggio fornita ai migranti in questo paese come la migliore sulla rotta dei Balcani. I finanziamenti saranno destinati alle forniture di prodotti alimentari da distribuire nei centri per migranti in tutta la Serbia, ha aggiunto.
Le dichiarazioni del Ministro seguono quelle di Christian Danielsson, direttore generale della Commissione europea per la politica di vicinato e negoziati per l’allargamento, il quale, lo scorso giovedì 24 febbraio, si è dichiarato “impressionato dal modo in cui le autorità serbe stanno gestendo la crisi migranti e le riforme economiche”.
Nel corso di una conferenza stampa tenutasi a Belgrado, in occasione della consegna di 82 veicoli donati al Ministero degli Interni serbo e 24 veicoli al Commissariato per rifugiati, Danielsson ha espresso la sua soddisfazione per la cooperazione in materia di gestione della crisi migranti, secondo quanto riportato dalle agenzie di stampa Beta e Tanjug. Danielsson ha ricordato che, dall’inizio della crisi, l’UE ha donato in totale 50 milioni di euro alla Serbia, e ha sostenuto, tra l’altro, le riforme economiche in Serbia così come la riforma del sistema di istruzione, nel contesto della quale l’Unione ha svolto il ruolo di maggiore donatore, a fronte di circa 2 miliardi di euro stanziati dal 2007.
Stefanovic, presente insieme a Danielsson alla cerimonia, ha dichiarato che la polizia serba dall’inizio della crisi migranti ha arrestato circa 2.300 trafficanti di migranti (smugglers), precisando che la donazione da parte dell’UE è comprensiva di fuoristrada, mini furgoni, autovetture e un autobus, e che i veicoli saranno utilizzati dalla polizia di frontiera.
Stefanovic ha sottolineato che questo rappresenta un aiuto concreto per la Repubblica di Serbia, per contribuire a rendere più efficace la lotta contro l’immigrazione clandestina: “Dall’inizio della crisi migranti, siamo riusciti ad arrestare circa 2.300 trafficanti. Questo dimostra l’impegno della Repubblica di Serbia a non consentire a nessuno di infrangere la legge nel nostro paese, facendo leva sulla sfortuna di persone che hanno abbandonato le loro case e nuocendo alla reputazione dei nostri cittadini e del nostro Paese”.
Il Ministro ha dunque illustrato i progressi compiuti in materia di Capitolo 24, soprattutto in termini di controllo delle frontiere, lotta al crimine organizzato e cooperazione con altre forze di polizia nella regione e l’Unione europea.
La visita di Danielsson a Belgrado è stata occasione anche per il suo incontro con il Ministro senza portafoglio responsabile dell’integrazione europea, Jadranka Joksimovic. Nel corso dell’incontro i funzionari hanno accolto con favore la notizia dell’imminente apertura del capitolo 26 (cultura e istruzione), e della probabile apertura del capitolo 20 (politica industriale e imprenditoria). Danielsson “ha sottolineato l’importanza delle riforme in corso di attuazione in Serbia, e ha sottolineato che la Serbia è un buon esempio di riforma economica e cooperazione regionale e un partner affidabile dell’Unione nell’ambito della crisi dei migranti”.
Joksimovic e Danielsson hanno inoltre discusso il rafforzamento delle capacità per l’utilizzo corretto dei fondi IPA e hanno inoltre convenuto di esaminare i modi in cui l’UE può aiutare la Serbia in questo processo.
(Eblnews, InSerbia.info, 26.02.2017)
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