“Non distinguiamo un imprenditore sulla base della nazionalità ma della sua capacità di apportare valore aggiunto al paese”, dichiara in questa intervista Dario Mendorla, dal 2012 a capo dell’ufficio di Banca Intesa Beograd dedicato ai clienti internazionali, dopo cinque anni passati a Budapest per la stessa banca.
Secondo le proiezioni dell’EBRD, la Serbia quest’anno, anche a causa delle alluvioni di primavera, subirà un calo del PIL dello 0,5% mentre il governo è costretto a forti tagli di spesa per contenere deficit e debito pubblico. Il complesso scenario macroeconomico del paese tende a frenare le scelte degli investitori?
La stabilita’ macroeconomica e la prevedibilita’ sono certamente punti chiave che interessano qualsiasi investitore in qualsiasi paese. Sapere dove si và rende possibile sviluppare e finalizzare gli investimenti. Anche se la recente alluvione gravera’ pesantemente sull’economia serba, è importante sapere che il governo resta fortemente derterminato a creare un ambiente imprenditoriale attraente, prevedibile e sicuro per gli investitori stranieri. Questo impegno si traduce in una serie di recenti misure come la modifica delle legge sul lavoro, le modifiche alla legge sulle privatizzazioni e gli sforzi per ridurre la burocrazia. Quest’ anno la Serbia ha migliorato di sette posizioni la sua posizione all’interno della classifica che misura la competivita’ di 144 paesi (Global Competitiveness); e questo e’ anche un riflesso importante degli sviluppi positivi nel contesto economico locale.
Tuttavia, molto resta ancora da fare, motivo per cui l’attenzione dovrebbe essere posta sull’implementazione coerente delle disposizioni legislative e regolamentari, sulle future riforme strutturali e di una più moderna ed efficente amministrazione pubblica. Ristrutturazione delle imprese pubbliche, completamento del processo di privatizzazione delle rimanenti compagnie a partecipazione statale, contrasto alla corruzione e la riduzione degli oneri amministrativi dovrebbero essere tra le priorità per la Serbia per attirare maggiori investimenti.
Molti considerano, anche a ragione, la Serbia un paese estremamente economico per gli investimenti in termini di manodopera, energia, costi di avvio di un’impresa e con sovvenzioni statali negli anni scorsi alquanto generose. Questa impostazione è ancora valida? Ci sono a suo avviso altri fattori da tenere in considerazione?
Per una serie di motivi, credo che la Serbia sia una delle migliori destinazioni in Europa per investire. La sua posizione strategica, nel cuore della regione balcanica, rende la Serbia un ponte ideale tra l’Europa ed il Medio Oriente. Naturalmente, la necessità di introdurre misure di „cost-cutting“ come parte parte degli sforzi di stabilizzazzione fiscale, interessera’ in una certa misura i meccanismi di sostegno governativo, ed il programma di sovvenzioni agli investimenti, ma nonostante ciò, la Serbia conserva un grade appeal per gli investiori. Basti pensare, per iniziare, alla disponibilita’ di forza lavoro altamente qualificata, alla presenza di zone franche, nonché agli accordi di libero scambio con i mercati della Federazione Russa, l’Europa sud-orientale, L’UE e i paesi EFTA, gli USA, la Biellorussia e la Turchia: accordi che prevedono l’accesso senza dazi doganali ad un mercato di quasi 1 miliardo di consumatori, ovvero il 15% dell’intero mercato mondiale. Inoltre, la Serbia, possiede un regime fiscale molto favorevole. L’imposizione fiscale sui profitti delle imprese del 15% è tra le piu basse in Europa, mentre la sua aliquota IVA è tra le piu competitive nell’ Europa centro- orientale, il che’ rappresenta un vantaggio importante per l’investitore nel mercato locale.
Trova attitudini diverse verso la Serbia se confronta gli imprenditori italiani con quelli di altri paesi?
Non vorrei fare alcuna differenza fra gli investitori in base al loro paese d’origine, ma piuttosto in base alla loro capacità di contribuire alla produzione industriale locale, alla loro capacità di trasferire tecnologie, alla loro potenzialità di generare posti di lavoro e stimolare l’innovazione. Gestendo l’International Desk di Banca Intesa Beograd, sono in contatto diretto con investitori provenienti da diversi paesi – Cina, Emirati Arabi Uniti, Germania, e ovviamente Italia, e posso dirvi che non è il paese d’appartenenza che crea buoni investitori, ma piuttosto il valore aggiunto che apportano al mercato locale. L’Italia, ha certamente un peso importante nella vita economica della Serbia, essendo il secondo più grande investitore. Circa 350 aziende operano in Serbia e impiegano oltre 20.000 persone in una vasta gamma di settori: numeri che mostrano quanta attenzione viene posta dall’Italia su questo mercato.
Quali servizi richiedono di più i vostri clienti a sostegno dei loro processi di internazionalizzazione?
Banca Intesa Beograd collabora con successo con circa il 70%-80% delle imprese multinazionali presenti in Serbia, fornendo a ciascuno di essi, prodotti e servizi in linea con le loro specifiche esigenze. Molte di queste aziende finanziano i progetti locali tramite intercompany-loans supportati dalle rispettive case madri, pertanto ci concentriamo su di loro supportandoli con prodotti „non-cash“ come garanzie bancarie, lettere di credito etc. Al tempo stesso abbiamo anche aziende che si finanziano localmente, utilizzando i nostri prodotti di finanziamento a breve/medio e lungo termine, quali il factoring, e il leasing. Un’ altro servizio importante che forniamo è una „consulenza sintetica“ erogata sopratutto verso le piccole e medie imprese che costituiscono la loro presenza nel mercato serbo. Questo significa che li aiutiamo a capire meglio il funzionamento del mercato locale e il relativo „business enviroment“.
5. I grossi progetti di investimento in Serbia degli Emirati Arabi Uniti quali nuove sfide pongono alle banche e agli imprenditori europei?
Senza alcun dubbio gli Emirati Arabi, hanno riconosciuto il grande potenziale della Serbia, e credono fermamente in questo mercato; Il loro „credere nella serbia“ è ben dimostrato sia dai loro investimenti passati che in quelli futuri previsti: si consideri Air Serbia ad esempio o il colossale progetto Beograd Waterfront (detto anche Belgrado sull’acqua). Investimenti UAE sono presenti anche nel settore agricolo e tecnologico. Questi investimenti fungono da volano per il paese, perche richiedono forza lavoro competente e competenze specializzate. Pertanto la sfida è quella di sfruttare appieno il potenziale generato da tali investimenti, e tutti gli attori coinvolti dovranno fare la loro parte. Si dovranno offrire servizi e competenze altamente specializzati – sia in termini qualitativi che quantitativi – come richiesto dagli investitori. Pertanto questi investimenti devono essere considerati anche come una opportunita’ per rafforzare la competitività, migliorare lo sviluppo delle infrastrutture e la legislazione. Il compito per le banche in questo processo sara’ quello di fornire un sostegno, anche con soluzioni „ad hoc“ , a tutte le imprese (meritevoli di credito) coinvolti nella realizzazioni di tali importanti progetti.
