“Meglio se il FMI viene a novembre e anche a dicembre”

“Il mese prossimo la missione del FMI visiterà Serbia per definir eil loro orientamento in merito al budget del 2015 e poi, se alcune condizioni si verificassero, potremmo metterci d’accordo a dicembre oppure all’inizio di 2015″- ha valutato il professore dell’Academia bancaria di Belgrado, Branko Zivanovic.

Se tutto sarà a suo posto, la Serbia potrebbe aspettarsi un accordo dell’ammontare del 200% della sua quota accordata dal FMI, il che rappresenta 935 milioni dei diritti speciali di prelievo, cioè circa un miliardo di euro.

Alla Serbia serve ancor di più questo accordo per il fatto che la stabilità dell’economia è verificata da un garante di prima classe. I soldi avuti, in questo caso sarebbero messi da parte come riserve, non verrebero usati direttamente”- ha detto Zivanovic.

I fondi potrebbero essere prelevati se ci fosse una pressione sulla valuta nazionale per assicurare un livello adeguato delle riserve nella valuta straniera, visto che per questo deve intervenire la Banca Nazionale Serba sul mercato”, indica il professore Zivanovic.

Nei casi estremi questi fondi possono essere utilizzati per interventi sul deficit pubblico. Però nel caso della Serbia, sarebbe desirabile evitare questa opzione, perchè questo sarebbe un segnale cattivo per il mercato finanziario mondiale.

Alla domanda sulle conseguenze della eventuale mancanza dell’accordo con il FMI, Zivanovic ha detto che anche il ritardo dell’accordo comprometterà il rating dello Stato, la possibilità di indebitamento, il che sarebbe il segnale cattivo per gli investitori internazionali e per le prospettive a lungo termine.

Commetando le condizioni che la Serbia dovrebbe rispettare per ottenere l’accordo con il FMI, Zivanovic dice che le richieste del FMI sono piuttosto generali.“Loro chiederanno la riduzione del disavanzo statale e del debito pubblico sul medio termine. Le richieste concrete si riferiranno probabilmente a un approccio più deciso nella risoluzione della questione delle aziende in ristrutturazione, sulla riforma del sistema previdenziale, sull’eventuale aumento dell’IVA e in qualche modo per una razionalizzazione dell’amministrazione pubblica, specialmente nelle imprese pubbliche dove si richiede la sospensione delle garanzie statali e delle sovvenzioni”.

(Blic, 19.10.2014.)


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