Belgrado, Pristina, missioni internazionali di pace e criminali sono tutti coinvolti nell’ibrido governo del Kosovo settentrionale, conosciuto per anni come un habitat in cui le strutture mafiose fioriscono: è questo quanto affermano i media tedeschi all’indomani dell’assassinio di Oliver Ivanovic a Kosovska Mitrovica.
“La morte nel Bastione della mafia dei Balcani” è il titolo dell’articolo pubblicato sul rinomato Frankfurter Allgemeine Zeitung (FAZ), in cui Ivanovic è raffigurato “un pragmatico, e una politici moderati nel momento in cui gli altri andavano aggiungendo benzina sul fuoco dell’isteria e dei miti nazionali”. L’articolo prosegue affermando che “è certo che Ivanovic si è creato molti nemici con il suo approccio non mascherato alla realtà del Kosovo”.
Secondo il giornale, Ivanovic è stata una “spina nel fianco” per le élite nazionaliste albanesi di Pristina, ma non era in buoni rapporti neanche con i nazionalisti serbi, oltre ad essersi fatto nemici negli organi di controllo internazionali in Kosovo.
Il quotidiano tedesco prosegue citando Ivanovic, il quale, solo pochi giorni prima della sua morte, avrebbe dichiarato: “Temo che in questa situazione instabile un innocente potrebbe farne le spese, e devo ammettere che ho paura anche per la mia sicurezza”.
Parlando con i giornalisti della rivista serba Vreme lo scorso settembre, aveva denunciato l’aumento del crimine organizzato nella parte serba della sua città natale, Kosovska Mitrovica.
“La gente non ha paura degli albanesi, ma dei serbi, bulli locali e gangster in sella ai SUV senza targa. Ci sono spacciatori di droga in ogni angolo, i genitori sono preoccupati”.
In vista delle elezioni in Kosovo dell’ottobre 2017, quattro membri del partito di Ivanovic si erano ritirati dalla lista dei candidati, presumibilmente a causa di pressioni e “intimidazioni” da parte di una fazione serba rivale.
Il quotidiano svizzero Neue Zürcher Zeitung scrive che il Kosovo settentrionale è ancora una terra di nessuno violenta e definisce Ivanovic “l’ultimo serbo noto del Kosovo che stava cercando di condurre una politica un po’ indipendente da Belgrado”. Il quotidiano svizzero prosegue affermando che dalla guerra del 1999, né Pristina né la Serbia controllano il Kosovo settentrionale.
“Belgrado, Pristina, missioni internazionali di pace e criminali partecipano tutti al governo ibrido del Kosovo settentrionale, conosciuto per anni come un habitat in cui le strutture mafiose fioriscono”, conclude il Neue Zürcher Zeitung.
(Politika, Deutsche Welle, 17.01.2018)
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