Era iniziato come uno scherzo, un modo per prendere in giro la classe politica screditata, in occasione delle elezioni dello scorso anno per l’assemblea locale, in questa fatiscente città della Serbia centrale.
Uno studente di comunicazione, Luka Maksimovic, 25 anni, ha indossato una tuta e mocassini bianchi, orologio d’oro over-size al polso e vistoso anello al dito, e issandosi su una carrozza trainata da cavalli ha percorso le strade di Mladenovac, promettendo posti di lavoro e denaro a tutti coloro che gli avrebbero dato il loro voto.
Maksimovic ha assunto le sembianze del peggior tipo di uomo politico: uno squallido truffatore che ha puntualmente ribattezzato Ljubisa ‘Beli’ Preletacevic. Beli significa bianco in serbo, mentre Preletacevic indica qualcuno che cambia partito politico per tornaconto personale.
Grazie al passaparola amplificato dalla diffusione sui canali Youtube e Facebook, il suo partito si è aggiudicato il 20% dei voti.
“Stavamo solo scherzando”, ha spiegato Maksimovic. Ma l’establishment politico della Serbia non ride più.
Le elezioni presidenziali si terranno il 2 aprile: i risultati di un sondaggio pubblicato lunedì danno l’alter ego di Maksimovic secondo, seppur lontano, in modo schiacciante, dal favorito, il Primo Ministro Aleksandar Vucic.
Tale risultato, ad appena una settimana dalla candidatura di Maksimovic, rappresenta un atto d’accusa schiacciante alla corrente di opposizione principale della Serbia e invia un messaggio preoccupante al Partito progressista, attualmente al governo, circa la profondità del disincanto popolare in questo angolo d’Europa impoverita.
Un candidato con una coda di cavallo e uno programma politico che, oltre alla controtendenza rispetto allo status quo, risulta piuttosto scarno, Maksimovic è l’incarnazione di un movimento anti-establishment che spazza l’Occidente.
“In ogni elezione nel mondo ci sono persone che credono non vi sia alcuna ragione di votare”, osserva l’analista politico Vojislav Žanetić. “Per questo tipo di persone, qualcuno che fa una battuta fuori delle opzioni messe a disposizione dell’elettore medio rappresenta la soluzione ideale”.
“Ogni paese che avverte il sapore amaro della crisi economica, della globalizzazione, della transizione dal comunismo al pseudo-capitalismo è maturo per una persona così”.
Il magico bastone di Gandalf
Anche se Maksimovic ha chiaramente catturato l’immaginazione dei serbi delusi dal basso tenore di vita e dalla criminalità endemica, il Primo Ministro Vucic sembra avere in pugno la vittoria alle elezioni con un grande margine, possibilmente evitando il ballottaggio.
Il suo Partito progressista deve affrontare solo una piccola sfida per il potere, grazie in gran parte alla popolarità personale che Vucic ha guadagnato come “mano ferma” in una regione tormentata.
Il sondaggio di lunedi, condotto da Ipsos Strategic Marketing, e pubblicato dal quotidiano serbo Blic, vede Vucic in testa con il 53% dei voti, seguito da Maksimovic con appena l’11%.
Al caffè del padre di Maksimovic, che funge anche da quartier generale della sua campagna, i locali si mettono in posa per scattare foto con il candidato raggiante.
I video della campagna di Maksimovic sono un successo sui social media; Preletacevic a cavallo, impegnato in flessioni come Rocky, stringendo la guida di tenda come se fosse il personale bastone magico di Gandalf ne Il Signore degli Anelli.
Ma Maksimovic insiste che non è solo per le risate. Dieci dei 12 consiglieri del suo partito nell’assemblea Mladenovac sono gente seria, ha sottolineato, escludendo se stesso e il suo assistente.
“Siamo la più grande opposizione in Mladenovac”, osserva, citando il successo del suo partito nel far dichiarare non idonea al consumo la fornitura di acqua di scarsa qualità della città e gli sforzi per migliorare la trasparenza nel modo in cui il denaro pubblico viene speso.
I politici in Serbia, puntualizza, sono “sporchi, corrotti” ed è tempo “di cercare di fare qualcosa per cambiare la situazione”.
Sasa Papic, ferroviere quarantenne di Mladenovac, sostiene che il movimento potrebbe spingere al voto gli elettori più giovani che, altrimenti, rimarrebbero a casa.
“Lui non ha bisogno di vincere, è sufficiente che spazzi via la percezione secondo cui è vergognoso essere coinvolti in politica. Tutte le persone intelligenti evitano la politica”.
Secondo Žanetić, analista politico, resta da vedere quanto Maksimovic conserverà lo slancio: “Chi può sapere quanto le persone sono disperate e arrabbiate, come sono disgustate da ciò che gli viene attualmente offerto”.
Maksimovic, che ha dichiarato di avere l’ambizione di diventare un presentatore televisivo, spera solo di superare gli esami in tempo.
“Diventerò presidente e non ho ancora finito l’università”.
(Testo: Matt Robinson; Editing: Gareth Jones)
(Reuters, 21.03.2017)
http://www.reuters.com/article/us-serbia-election-satirist-idUSKBN16S139
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