Il contrabbando degli immigranti è diventato un’attività economica fiorente a nord della Backa, in Vojvodina. I contrabbandieri prendono da 500 a 2000 euro per persona. La procura di Subotica riceve più denunce che tutte le altre procure messe insieme della Vojvodina.
Per l’aiuto nel trasporto di 21 persone dal centro asilanti di Bogovadja fino alla frontiera con l’Ungheria, è stato arrestato un poliziotto. Inoltre, la settimana scorsa è stata arrestata una persona che ha trasportato immigranti dall’ Afghanistan, dal Pakistan e dalla Somalia. Due mesi fa, è avvenuto un incidente stradale vicino a Vranje, a sud della Serbia, quando sono stati feriti 10 immigranti, mentre l’autista è fuggito. Questi sono gli ultimi episodi del contrabbando di esseri umani e dei problemi che affontano gli asilanti arrivati in Serbia.
Il problema della grande pressione alla frontiera tra Ungheria e Serbia è iniziato nel 2012 e cresce ogni anno. Questo non è strano visto che molti serbi hanno cominciato ad occuparsi di queste attività illegali prendendo da 500 a 2000 euro per il contrabbando di solo una persona per portarla all’Unione europea, considerata da essi come la terra promessa.
I dati statistici registrano l’aumento del numero degli immigranti illegali in Serbia. Nel 2013, il numero totale delle persone che hanno chiesto asilo ha superato le 5000 unità, mentre nei primi sei mesi di 2014 sono arrivate 4300 richieste per l’asilo in Serbia. Inoltre, è aumentato anche il numero dei minorenni richiedenti asilo. Dall’inizio del 2015 oltre 3000 bambini hanno presentato una richiesta, di cui 1300 non erano accompagnati dai genitori. Il dato preoccupante è il fatto che qui si tratta solo degli immigranti registrati, mentre non si sa il numero preciso delle persone che entrano illegalmente in Serbia. Molte di queste persone, anche se vengono registrate nel sistema degli asilanti in Serbia, non si fermano a lungo in Serbia, perchè la loro destinazione è l’Unione europea.
Negli ultimi mesi, non è strano incontrare nei pressi delle strade serbe gruppi di immigranti. Così, due mesi fa, un giornalista del quotidiano “Blic” ha incontrato un gruppo di giovani vicino a Negotin. Quando l’hanno visto, tutti sono scappati, tranne Dzevad, il quale ha chiesto solo un po’ di acqua e l’informazione su come arrivare a Belgrado e quanto è lontano.”La maggior parte di noi siamo di Kabul. Il nostro viaggio è iniziato tre mesi fa. Il bombardamento è diventato una cosa ordinaria per noi. Nel 2013, in un attacco suicida, sono morti i miei genitori. Ora sono io il capofamiglia. Sono partito con mio fratello minore. L’ho perso a Istanbul, però ho saputo che è vivo e che ora è in Bulgaria. La fuga del paese è stata organizzata dal nostro zio di Berlino. Lui ha pagato a un trafficante la somma di 5000 euro per portarci in Germania. Hanno preso i soldi, però non ci hanno aiutato. Ora non abbiamo più soldi, siamo stanchi di tutto. Andiamo a Belgrado con la speranza che le autorità serbe avranno comprensione”, ha raccontato la sua storia Dzevad.
L’organizzazione americana per la protezione dei diritti umani “Human rights watch” ha pubblicato una relazione confermante che la polizia serba maltratta gli immigranti in Serbia. Loro hanno chiesto di indagare immediatamente su questi casi e punire i risponsabili. La polizia di frontiera, Commissariato per i rifugiati e Centro per la protezione e supporto agli immigranti sono concordi- ci sono casi individuali, però non esiste un maltrattamento generalizzato dei migranti.”Mi hanno chiesto di dove sono e se ho qualche problema. Ho risposto che sono afghano, che ho avuto problemi nel mio paese, però qui no. Mi trattano bene, non ho nessun problema con la polizia serba”, ha confermato uno degli asilanti.
Rados Djurovic dal Centro per la protezione e supporto agli asilanti ha detto che esistono casi isolati, però che non c’è un maltrattamento sistematico di queste persone.
Solo nei primi tre mesi del 2015, in Serbia sono entrati 9000 asilanti, mentre entro la fine dell’anno se ne aspettano altri 20.000.