Lo Stato ha nuovamente donato 21 milioni di euro alla “Air Serbia”

Il governo serbo continua a finanziare il vettore nazionale, come mostrano i rendiconti finanziari per il 2018. La compagnia aerea nazionale, “Air Serbia”, ha realizzato un utile di 12,2 milioni di euro l’anno scorso, di cui 11 milioni insieme ad altre società dell’indotto.

Si tratta di una riduzione degli utili rispetto al 2017, quando “Air Serbia” concluse l’anno con 16 milioni di euro. Ciò che rimane lo stesso è una donazione del governo di 2,46 miliardi di dinari (circa 21 milioni di euro) al vettore.

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Ciò significa praticamente che l’anno passato, come gli anni precedenti, la compagnia avrebbe concluso l’anno con i conti in rosso se non ci fossero stati i sussidi statali. Interessante è che l’accordo del 2014 sulla transazione tra il governo serbo ed “Etihad” non prevedeva investimenti nella società dopo il 2016, sebbene i rendiconti finanziari attuali si riferiscano proprio a sussidi per la società menzionati nell’accordo.

Dal 2014 al 2018, secondo i rendiconti finanziari, lo Stato ha versato 200 milioni di euro alla “Air Serbia”; e gli aiuti di Stato probabilmente continueranno poiché lo stesso ha iniziato a sovvenzionare i voli da Niš quest’anno, con cinque milioni di euro all’anno per i prossimi tre anni, assegnati dopo un concorso alla stessa compagnia di bandiera.

Il rapporto commerciale annuale della società, comunque pubblicato in ritardo sul sito web dell’Agenzia dei registri delle imprese perché originariamente presentato in modo errato, mostra un cambiamento nella politica commerciale. In particolare, i ricavi delle vendite dello scorso anno sono leggermente diminuiti, passando da 31,7 miliardi di dinari a 31,6 miliardi di dinari (291 milioni di euro) a causa di una riduzione del 5% del numero di passeggeri; perdita compensata da un aumento del prezzo medio dei biglietti del 2% e, in parte, da entrate più elevate assicurate da voli charter (+42%).

Ciò che è notevolmente aumentato, anche quattro volte, sono le entrate derivanti dai servizi aggiuntivi per il passeggero: dai 73 dinari del 2017 ai 367 dinari del 2018. Questo è precisamente uno dei motivi per cui alcuni esperti sostenevano l’anno scorso che “Air Serbia” si stia trasformando in una compagnia lowcost, anche se non con le tariffe dei voli lowcost.

Lo scorso anno “Air Serbia” ha continuato a rimborsare il credito erogato dai partner “EA – Etihad”, ricevuto nel 2015 e nel 2016 a condizioni estremamente sfavorevoli. Sul primo prestito di 56,6 milioni di dollari, sebbene ridotto a 52,8 milioni (poiché è stata pagata una commissione di transazione del 6,55% cioè 3,7 milioni) “Air Serbia” paga un tasso di interesse annuo del 6,96%, mentre per il secondo prestito di 63 milioni di dollari del 2016, è stata pagata una commissione di 4,1 milioni di dollari, e con esso un interesse annuo del 6,95%, con un aumento dello 0,17% su base trimestrale. Questi prestiti scadono nel 2020.

I prestiti concessi da un altro partner, la Repubblica di Serbia, non sono invece così sfavorevoli. Nel 2016 il Fondo di sviluppo ha approvato un prestito di 14 milioni di euro, che avrebbe dovuto essere già rimborsato entro la fine di maggio di quest’anno, con un tasso di interesse annuo del 3,5%, fino a quando non saranno rese note le commissioni.

Alla fine dell’anno scorso, “Air Serbia” ha ottenuto un nuovo prestito da 40 milioni di dollari da “Etihad”, che dovrebbe scadere a dicembre di quest’anno con un tasso di interesse del 3%.

https://www.danas.rs/ekonomija/drzava-opet-poklonila-21-milion-evra-er-srbiji/

 

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