Ljajic: “Penseremo al ritorno di Seselj all’Aia dopo l’analisi di tutti gli aspetti”

Il Governo deciderà sul ritorno di Seselj all’Aia, dopo che prende in considerazione tutti gli aspetti di questo caso, ha detto il presidente del Consiglio nazionale per la collaborazione con la Corte penale internazionale, Rasim Ljajic.

Rasim Ljajic ha detto per la Radiotelevisione serba che la Serbia non ha ancora ricevuto la decisione formale della Corte penale, però che tutti sanno che tale decisione esiste.

“Ci hanno informato che la desicione è stata emanata venerdì e che ce l’hanno inoltrata”, ha comunicato Ljajic.

“Quello che è evidente è il fatto che l’estradizione di Seselj non potrebbe essere eseguita il 26 maggio. Cioè si può fare, se lui stesso lo decide. In questo caso non si tratta del rispetto della legge sulla collaborazione con il Tribunale penale”, ha spiegato Ljajic.

Però. Ljajic ha indicato che per Seselj valgono tutte le previsioni della Legge sulla collaborazione con la Corte penale come se non fosse mai stato all’Aia, nonchè la Serbia dovrebbe avviale il processo di fronte agli organi giuridici nazionali. 

“Qui si tratta di un’ecezione visto che a causa del suo stato di salute è stato rilasciato temporaneamente dal Tribunale. In ogni caso la Serbia dovrebbe chiedere alcuni chiaramenti ulteriori dallo stesso Tribunale”, ha spiegato Ljajic.

Ljajic, il quale è vicepresidente del Governo, nonchè il ministro del commercio, turismo e telecomunicazioni ha indicato che in questo caso ci sono delle implicazioni politiche.

“Invece di occuparci della soluzione dei grandi problemi economici e sociali, noi dobbiamo occuparci di nuovo con Seselj e la Corte penale, anche se la Serbia ha adempito tutti i suoi obblighi”, ha comunicato Ljajic. 

Inoltre, Ljajiic ha detto che c’è il pericolo che il procuratore del Tribunale penale, Serge Brammertz, nella sua relazione valuta che la Serbia non collabora sufficientemente con il Tribunale, il che non è vero.

“Torniamo al posto dove ci siamo stati sette o otto anni fa, e questo errore del Tribunale ha il suo prezzo politico, che deve pagare di nuovo la Serbia”, ha indicato il vicepresidente del governo ricordando che la Serbia non ha questioni non risolte con il Tribunale.

Ljajic ha concluso che il Governo renderà conto  di due elementi durante l’emanazione della decisione su Seselj.

“Dobbiamo salvare la stabilità politica e sociale dello Stato, nonchè rispettare la legge serba. Questo è l’unico modo per evitare gli sbagli ulteriori”, ha spiegato Ljajic.

(RTS, 25.05.2015.)

 

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