Belgrado si aspetta che la Commissione europea faccia pressione sulle istituzioni di Pristina per eliminare la tassa del 10% sulle merci serbe, un’alternativa sarebbe che il Kosovo esca dall’accordo CEFTA, ha dichiarato il Vice primo ministro e ministro del Commercio, del Turismo e delle Telecomunicazioni Rasim Ljajic.
“Non si può far parte di un gruppo se le regole non valgono per tutti. Nemmeno i paesi che sono in guerra l’un con l’altro non ricorrono a tali misure drastiche”, ha detto Ljajic in risposta alla domanda di un giornalista.
Se la Commissione europea non risponderà con urgenza, penso che l’intero accordo CEFTA e tutto ciò che abbiamo fatto per formare una zona economica comune semplicemente cadano in acqua”, dice Ljajic.
Il ministro sottolinea che se ciò dovesse accadere non sarà un nostro fallimento, ma un fallimento dell’Unione europea, che con il processo di Berlino ha voluto promuovere la formazione di uno spazio economico comune nei Balcani occidentali. Belgrado, afferma il ministro, non può introdurre alcune contromisure perché dal Kosovo vengono acquistati pochissimi beni. “Sarebbe inutile ricorrere a tali misure, e inoltre, questi beni sono acquistati più o meno dalle persone che vivono in Kosovo”, ha detto Ljajic.
Alla domanda se ill domanda dei beni serbi sia stata dimezzata in Kosovo, Ljajic dice si stanno ancora raccogliendo informazioni principalmente dai nostri produttori più importanti, commercianti ed esportatori, in collaborazione con la Camera di commercio serba.
“Sfortunatamente, queste informazioni sono approssimativamente corrette”, dice il ministro. L’unica cosa che al momento Belgrado puòfare è la pressione costante su tutte le istituzioni europee.
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Riguardo alla speculazione che l’Associazione del Kosovo chiede il boicottaggio delle merci serbe, Ljajic sospetta che dietro a questo ci siano interessi politici o grandi interessi economici. “Non penso che ci sia una terza ragione per queste misure che hanno addottato”, stima il ministro.
Lajic ha detto che fino ad ora non è mai stata imposta una tassa su tutti i beni provenienti dalla Serbia. “E’ capitato di avere tasse su singoli prodotti o accise speciali, sopratutto su materiale da costruzione o farina, ma assolutamente non su tutti i beni”, conclude Ljajic.
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