I Paesi europei stanno lentamente allentando le misure per il contenimento del virus. La massiccia diffusione della variante “Omicron” solleva la questione se abbia ancora senso ricorrere a delle restrizioni. Anche in Serbia è in corso un’infezione di massa, quindi la domanda è se le poche misure ufficialmente ancora in vigore resisteranno: maschere negli spazi chiusi e green pass dopo le ore 20 ore nelle strutture di ristorazione.
I risultati degli studi sulla variante “Omicron” mostrano che questo ceppo è significativamente meno pericoloso di quelli che abbiamo incontrato finora. Inoltre, il numero dei vaccinati è in costante crescita e la possibilità che si verifichino conseguenze catastrofiche è in calo.
Nei giorni scorsi Gran Bretagna, Irlanda e Svezia hanno deciso per la strategia del “vivere con il coronavirus”. L’Irlanda ha revocato quasi tutte le restrizioni, comprese le misure relative al settore dell’ospitalità, le restrizioni sugli eventi sportivi e l’obbligo di vaccinazione per gli ingressi al chiuso. L’Irlanda ha il secondo più alto tasso di infezione in Europa, ma anche il numero più alto di cittadini in Europa che hanno ricevuto la terza dose di vaccino. Restano in vigore alcune misure, come l’obbligo di indossare la mascherina nei mezzi pubblici e nei negozi.
Il Ministro della Salute britannico ha affermato che il Regno Unito deve imparare a convivere con il coronavirus, poiché potrebbe essere presente per sempre nel Paese; è possibile che 20.000 persone muoiano a causa dell’infezione in un anno, ma per questo l’intero Paese non sarà chiuso. “Il virus sarà con noi per molti altri anni, forse per sempre, e dobbiamo imparare a conviverci. Penso che stiamo guidando l’Europa nella transizione dalla pandemia all’endemia e stiamo mostrando al mondo come si può conviverci”.
Il professore del Centro clinico del Montenegro, Nemanja Radojevic, è per l’abolizione di tutte le misure antiepidemiche e la sospensione dei test per il coronavirus, poiché pensa che il nuovo ceppo dia lievi sintomi clinici. “Omicron ha permesso al coronavirus di cessare di essere un problema medico, è ora un problema più politico e persino filosofico, se lo si guarda dal punto di vista dell’esistenzialismo. Ha influenzato così tanto le nostre vite negli ultimi due anni che è ora che i medici si accorgano pian piano che l’epidemia sta volgendo al termine; non succederà nulla di nuovo se ora alziamo la percentuale di vaccinazione, che è di circa il 50% nei Paesi della regione, in gioco ci saranno sempre delle lobby anti-vaccinazione e non raggiungeremo mai l’immunità di gregge…È tempo che tutti si assumano le responsabilità della propria salute”, afferma Radojevic.
E in Serbia? Qui le misure sono quasi inesistenti e quelle ufficialmente in vigore sono poco rispettate. Ogni giorno vengono contagiate più di 10.000 persone, ma il numero dei ricoverati è ancora significativamente inferiore rispetto alle ondate precedenti e ai ceppi precedenti. In alcuni Paesi europei più responsabili, si dice pubblicamente che si stanno abrogando le misure.
Intanto i medici continuano a chiedere cautela, ma non nascondono il loro ottimismo. Nel frattempo inizia il secondo semestre e il ritorno dei bambini nei banchi di scuola rappresenta una nuova minaccia per un’ondata di virus. “Si ricorda che durante la permanenza nella scuola, dal momento dell’ingresso nel cortile della scuola fino all’uscita dal cortile della scuola, l’uso delle mascherine protettive è obbligatorio per tutti i dipendenti, studenti e altro personale”, fa sapere il Ministero dell’Istruzione. Inoltre, è necessario rafforzare le misure di igiene generale e personale (lavaggio e disinfezione delle mani) e soprattutto curare la regolare ventilazione di tutti i locali dove alloggiano studenti e dipendenti della scuola.
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