L’Europa in recessione dopo la pandemia, solo la Serbia con segni positivi?

L’epidemia di COVID-19 e l’isolamento hanno messo a dura prova l’economia, ma il colpo più duro deve ancora venire. Secondo l’Ufficio di Statistica serbo (RSZ), la produzione industriale a marzo è stata dello 0,1% inferiore rispetto allo stesso mese dell’anno scorso. Rispetto a febbraio invece, escluse le variabili stagionali, la produzione industriale è scesa del 3,7% a marzo, mentre la produzione manifatturiera è diminuita del 5,3%. Nei primi tre mesi complessivi, comunque la produzione industriale è cresciuta del 4,4% rispetto al primo trimestre del 2019.

Tali buoni risultati per quanto riguarda la produzione industriale, da quando lo stato di emergenza è stato introdotto il 15 marzo, hanno incoraggiato i funzionari del governo a elaborare scenari estremamente ottimistici non solo per il PIL del primo trimestre, ma per l’intero anno.

Lo scorso anno in agosto, l’Ufficio di Statistica aveva annunciato che non avrebbe più pubblicato la stima flash del PIL trimestrale, e il direttore dell’Ufficio, Miladin Kovacevic, ha spiegato all’inizio di marzo di quest’anno che questo dato non è un indicatore statistico ma analitico.

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“La maggior parte dei Paesi in Europa non calcola o pubblica tale dato, poiché questo non è affidabile né per l’opinione pubblica né per gli attori nel campo decisionale, data la serie limitata di parametri considerati. Pertanto, l’RZS ha smesso di pubblicare la cosiddetta stima flash”, ha risposto Kovacevic.

Tuttavia, lo stesso direttore ha dichiarato venerdì che il PIL è cresciuto del 5% su base annua nel primo trimestre e ha persino previsto che anche l’attività economica aumenterà di circa l’1% nel secondo trimestre.

Il giorno dopo, il Presidente della Serbia, Aleksandar Vucic, ha presentato dati ancora più accurati assieme all’annuncio che quest’anno, anziché con un segno negativo come tutto il resto d’Europa, la Serbia uscirà dalla crisi con un segno positivo.

“La nostra stima è che finiremo il primo trimestre con un +5,1% e il secondo con un +1,1-1,3%, mentre il terzo trimestre, a causa di una base elevata rispetto allo scorso anno, sarà in negativo tra lo 0,3 e lo 0,2%. Prevediamo un -0,9% anche per il quarto trimestre. Ciò significa che finiremo l’anno con un +1, e non con -3%. Questo ci renderà il miglior Paese in Europa”, ha affermato Vucic.

Ciò ha sorpreso molti economisti perché i dati del primo trimestre sono molto diversi da quelli dell’UE, dai quali la Serbia dipende fortemente; a causa di queste previsioni così fiduciose fornite in una situazione in cui tutti gli esperti mondiali indicano incertezza nella lunghezza della pandemia e nella durata della crisi economica, regna un certo scetticismo tra gli esperti.

Qualche giorno fa, l’Eurostat, l’agenzia statistica dell’UE, ha pubblicato una stima flash del PIL per l’UE e l’area dell’euro, secondo la quale nell’UE si è registrato un calo del 2,7% del PIL rispetto al primo trimestre del 2019 e addirittura del 3,3% nell’eurozona.

Milojko Arsic, professore alla Facoltà di Economia di Belgrado, ricorda che la recessione economica è iniziata solo da metà marzo dopo l’introduzione dello stato di emergenza, e che l’industria è stata leggermente colpita a differenza del settore dei servizi che ha risentito maggiormente della crisi.

Sottolinea inoltre che la previsione di una crescita dell’1% nel secondo trimestre è ancora più strana.

“Nessuna autorità europea mostra tale fiducia nei risultati futuri. Sembra che le previsioni non mostrino la situazione reale, ma l’opinione politica, dato che tra poco qui ci saranno le elezioni”, ha detto Arsic, aggiungendo che i veri effetti della crisi saranno visibili solo nei dati di aprile, maggio e giugno, e anche i dati di marzo non sono completi poiché molti servizi non sono coperti. L’esperto pensa inoltre che l’attività economica vedrà un segno negativo ad aprile, forse anche a due cifre.

https://www.danas.rs/ekonomija/evropa-u-minusu-samo-srbija-u-plusu/

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