Circa il 60% degli scambi commerciali serbi è connesso al mercato comunitario, ha dichiarato il vicepresidente della Camera di Commercio Serba (SPK), Mihailo Vesovic.
Se a questi scambi si aggiungono quelli con i Paesi che intendono entrare nella Cmunità, il valore tocca l’85%. Presentando, alla SPK, il rapporto della Commissione Europea sui progressi della Serbia nel cammino di integrazione nella UE, Vesovic ha detto che sul percorso di adeguamento dell’economia serba agli standard europei, le cose più importanti sono la realizzazione di un’industria moderna e l’adozione di una politica agricola sostenibile. La chiave per il successo è che le imprese nazionali si affermino sul mercato comunitario: nessun processo politico di adesione può avvicinare la Serbia alla UE, se esso non è accompagnato da un analogo procedimento economico.
Per la trasformazione dell’economia serba è necessario soddisfare due condizioni: creare per tempo i requisiti per profondi cambiamenti in campo economico e definire le dinamiche di adozione dei regolamenti e delle politiche UE. Per Vesovic i settori fondamentali saranno quello della produzione di cibo e quello dell’ambiente, nei quali è necessario fare i maggiori investimenti. Per il vicepresidente della SPK le condotte dell’economia serbafinora coincidono in gran parte con i suggerimenti proposti dal rapporto europeo, visto che l’obiettivo è quello di operare in condizioni d’impresa sane e stabili, nelle quali le compagnie possano progettare le proprie attività. Vesovic ha dichiarato che la PKS è pronta a rappresentare gli interessi della comunità imprenditoriale serba nel cammino verso l’Europa e a diventare il canale per la comunicazione tra Stato e imprese.
(Tanjug, 17.10.2013)