Le trasformazioni del settore bancario in Serbia

Il settore bancario è da anni un’industria forte in Serbia che guadagna bene. Ci sono stati anni in cui era un lavoro più che desiderabile a causa degli alti salari. Nel tempo, tuttavia, molto è cambiato: dal numero di banche, al numero di lavoratori fino al cambiamento totale nella strategia aziendale. Il profitto, tuttavia, non ha risentito tanto dei cambiamenti: è cresciuto e ha subito il primo duro colpo sono nel 2020 a causa della pandemia.

Il numero di banche in Serbia è stato ridotto in dieci anni da 33 a 26, il numero di dipendenti di 6.405 unità e il numero di filiali di 800 o quasi un terzo. Allo stesso tempo, il profitto del settore bancario è aumentato di 30 volte dal 2011, i depositi sono raddoppiati a 29 miliardi di euro e il volume dei prestiti è aumentato di quasi cinque volte.

L’anno scorso e la pandemia hanno lasciato un segno sui risultati aziendali, poiché le banche hanno realizzato un utile prima delle imposte di 391,5 milioni di euro, che è significativamente inferiore all’utile del 2019, quando avevano guadagnato 575,5 milioni di euro.

Tuttavia, il trend di crescita è evidente se si tiene conto che le banche nel 2011 avevano realizzato un utile di “soli” 12 milioni di euro.

Gli esperti stimano che queste cifre mostrino in una certa misura la trasformazione accelerata del settore bancario, nonché gli effetti della digitalizzazione in tutte le aree, che è stata solo accelerata dalla pandemia.

L’anno scorso è stato difficile per l’intera economia, compreso il settore finanziario. Tuttavia, nel settore bancario in Serbia, il numero di dipendenti nel 2020 è diminuito di 264 lavoratori rispetto a un anno prima. D’altra parte, se confrontiamo la situazione 10 anni fa e quella odierna, ci sono 6.405 dipendenti in meno in questo settore rispetto al 2011.

Inoltre, il numero di filiali è diminuito di quasi un terzo e l’orario di lavoro si sta riducendo, in un solo turno. Ciò significa che i clienti generalmente devono arrivare allo sportello entro le 16 o le 17, il che è un grosso problema per molti dipendenti.

Allo stesso tempo, l’utile delle banche (prima delle imposte) è aumentato di oltre 30 volte, passando dai 12 milioni di euro nel 2011 ai 391,5 milioni di euro nel 2020.

“La diminuzione del numero di dipendenti, incluso il numero di filiali, è una conseguenza delle nuove tendenze nel settore bancario. Il banking elettronico e mobile è sempre più presente e la situazione con il virus ha accelerato queste tendenze, che sono principalmente legate ad automatizzazioni di determinati processi. Nel mondo, si ha uno sviluppo particolarmente presente nel campo bancario del fintech, dai pagamenti alle banche online completamente digitalizzate, quindi le banche classiche hanno dovuto reagire a questo”, spiega Dejan Erić, professore presso l’Accademia bancaria di Belgrado, in un’intervista a “Blic Biznis”.

Aggiunge che parallelamente alla tendenza alla digitalizzazione, il numero di banche in Serbia è diminuito a causa di acquisizioni, fusioni e altri motivi, e ricorda che questa è generalmente una tendenza nel mondo.

“Quindi, un fattore è tecnico-tecnologico e l’altro è il mercato, e riguarda i cambiamenti nei bisogni e nelle abitudini dei consumatori. Mi aspetto che questa tendenza continui nei prossimi anni, forse in misura minore”.

Il cosiddetto allargamento del settore bancario è in atto da tempo nel mercato serbo e gli analisti sostengono che questa tendenza continuerà nel periodo successivo. I dati parlano chiaro: mentre nel 2011 c’erano 33 banche operanti in Serbia, oggi sono 26 sul mercato.

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