Il leader radicale è giunto verso le 13 all’aeroporto Nikola Tesla, dopo una detenzione di oltre 11 anni: al suo arrivo ha dichiarato che il Tribunale ha solo voluto sbarazzarsi di lui e che rimarrà fino a quando non avrà fatto cadere l’attuale Governo. Fibrillazione nel mondo politico.
Dopo essere stato accolto da numerosi sostenitori giunti allo scalo di Belgrado, Seselj si è recato nella sede del SRS a Zemun, da dove ha salutato la folla radunatasi per dargli il benvenuto. Riguardo a Vucic e Nikolic, il leader radicale ha detto che sono “rinnegati e traditori”, i quali hanno voltato le spalle all’ideologia del nazionalismo serbo per divenire “schiavi delle potenze occidentali”; il Tribunale dell’Aja è stato definito “una bestia ferita della globalizzazione che distrugge le vite dei leader politici e militari serbi”. “L’Aja mi ha buttato fuori di galera in modo brutale. Non l’ho richiesto io e non è stata posta nessuna condizione. Hanno solo voluto sbarazzarsi di me al più presto. Ho promesso di distruggere il Tribunale dell’Aja. La lotta è durata un po’ più del previsto, ma per la vittoria ne vale la pena. Là si portano avanti pregiudizi nei confronti dei serbi, di onorati generali, mentre il regime attuale – così come quello precedente – sta a guardare in silenzio. Hanno mandato consiglieri e Ministri a distrarre l’attenzione, ma non hanno posto in questione la legittimità di quel Tribunale”, ha dichiarato Seselj. Ribadendo che il Governo de progressivi è “traditore”, il leader rimpatriato ha dato appuntamento ai propri sostenitori alla manifestazione programmata dal partito radicale per sabato, in piazza della Repubblica.
Le reazioni nel mondo politico
Da quando è stata confermata la notizia del ritorno di Seselj, la società e la politica serbe sono in fibrillazione. mentre Vucic non ha voluto commentare il ritorno del suo vecchio mentore, augurandogli solo pronta guarigione e insistendo sul miglioramento delle condizioni economiche del Paese entro un paio d’anni, vari esponenti del suo Governo hanno preso posizione in maniera diversa. La Mihajlovic ha affermato che il ritorno di Seselj non destabilizzerà il Paese (confermando indirettamente le paure di molti); il concetto è stato ribadito da Dacic, il quale ha affermato a RTS che Seselj rappresenta “il passato”. Più complottista la posizione di Vulin, il quale ha detto che il Tribunale dell’Aja è controllato dagli USA, i quali – per bocca di Seselj – vogliono far cadere il Governo. La presidente del Collegio di Helsinki per i diritti umani, Sonja Biserko, ha dichiarato che Seselj è il simbolo migliore di tutto ciò che è accaduto in Serbia e che, “purtroppo, ancora accade”, sottolineando come si stiano contrapponendo due ipotesi: quella per cui Seselj è tornato per far cadere il Governo, mentre l’altra vuole che egli sia una vittima del Tribunale. La Biserka ha poi sottolineato che non può essere dimenticato il motivo per cui Seselj è andato all’Aja, che la questione non può essere relativizzata e che il leader radicale non può essere presentato come una vittima.
(RTS, b92.net, 12.11.2014)