L’acquisto cinese di RTB Bor è solo un esempio dei tanti investimenti cinesi nella ex Jugoslavia, come parte della “nuova via della seta”, riporta il giornale parigino “Le Figaro”.
Dopo 20 anni di agonia e irrecuperabili tentativi di privatizzazione, la gigante società cinese Zijin Minig Group ha acquistato la quota del 63% di RTB Bor per 1,46 miliardi di dollari, dando un gran sollievo a quella zona della Serbia, riporta il quotidiano in un ampio articolo sugli investimenti cinesi in Serbia.
Durante gli anni della guerra, a causa dell’embargo e della mancanza di investimenti, la produzione in RTB Bor è scesa drasticamete. La Zijin, terzo produttore di rame e oro in Cina, con l’acquisizone dell’azienda serba ha preso anche i 200 milioni di dollari di debiti e ha salvato 5.000 posti di lavoro, inoltre l’azienda cinese ha in programma di investire ulteriori 1,26 miliardi di dollari, scrive il quotidiano francese.
Il giornalista economico Misa Brkic, ha dichiarato che si tratta di una prudente strategia di espansione, mentre il ricercatore Stefan Vladisavljev ha dichiarato che la Cina sta diventando uno dei più importanti attori stranieri in Serbia, nonostante il fatto che circa il 60% degli investimenti esteri diretti proviene dall’Unione europea (UE).
Sebbene i rapporti tra Cina e Serbia siano di lunga data, dal comunismo, il rifiuto della Cina di riconoscere l’indipendenza del Kosovo ha rafforzato i legami bilaterali, ha detto Le Figaro.
L’accordo di cooperazione nel settore dei progetti infrastrutturali è stato firmato a Pechino nel 2009. Dopo questo acccordo è seguita la costruzione dei corridoi cinesi e del “ponte di amicizia” che attraversa il Danubio a Belgrado, grazie al prestito Exim Bank of China. Con l’arrivo di Aleksandar Vucic al potere e l’organizzazione del Summit 16 + 1 a Belgrado nel 2014, l’amicizia tra i due paesi è diventata ancora più forte.
Standard meno restrittivi
“Il grande interesse cinese per la Serbia si spiega anche con il fatto che i suoi standard sono meno restrittivi perché non è ancora membro dell’Unione europea”, ha affermato l’ex ministro del Commercio Slobodan Milosavljevic.
Ad esempio, Misa Brkic enfatizza il rischio ecologico nello sfruttamento del rame, dal momento che alcune parti della miniera di Bor contengono più del 20% di arsenico, motivo per cui ciò è vietato nell’UE.
Tuttavia, il giornalista economico Mijat Lakicevic ritiene che questi contratti cinesi siano una benedizione per l’attuale governo che tratta benefici personali da essi, ha aggiunto Figaro, affermando che Vucic visiterà Pechino alla fine di aprile per continuare la cooperazione con la Cina e per firmare nuovi contratti.
Il quotidiano di Parigi ha anche menzionato il recente summit di Dubrovnik, un’iniziativa del 16 + 1 istituita nel 2012 con l’obiettivo di rafforzare lo scambio cinese con i paesi dell’Europa centrale e orientale.
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