“I cittadini della Serbia possono entrare in Italia se sono in possesso di un certificato di vaccinazione, con un vaccino riconosciuto dall’Unione Europea ovvero dall’Agenzia Europea del Farmaco, oltre al quale presentare un test negativo PCR o antigenico rapido insieme al modulo di localizzazione europea compilato (PLF)”, ha ricordato ieri l’Ambasciatore serbo in Italia Goran Aleksić.
“Queste tre condizioni sono necessarie per entrare in Italia, se una di queste manca l’ingresso è altresì possibile ma con l’obbligo di quarantena di 5 giorni. Penso che ci saranno dei controlli e che i nostri cittadini dovrebbero aderire a queste misure”, ha sottolineato.
In un comunicato per “RTS”, Aleksić ha ricordato che l’Italia è uno dei Paesi dell’Unione Europea più colpiti dall’epidemia. “Oltre 130.000 persone sono morte a causa di questo virus. Per questi motivi, l’Italia ha avuto un’ottima risposta alla richiesta di vaccinazione del governo. Oggi oltre l’80% della popolazione italiana è stata vaccinata e rivaccinata”.
Il governo italiano ha deciso che da oggi, 15 ottobre, 23 milioni di dipendenti possono recarsi al lavoro solo se in possesso del green pass, il che significa che un lavoratore che non ha un green pass non potrà andare al lavoro e non riceverà l’indennità per l’assenza, anche se non verrà licenziato. “Chi non ha il green pass dovrà testarsi ogni 48 ore”, ha ricordato Aleksic.
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