Sono diverse banche in Serbia che negli ultimi giorni hanno chiuso più di 500 posti di lavoro a causa del processo di taglio dei costi, si legge nel quotidiano “Blic”.
Una banca ha abolito 210 posti di lavoro, mentre da un’altra sono stati licenziati 200 dipendenti. La riduzione del numero di dipendenti è stata accompagnata dalla soppressione di almeno 50 unità di business. Gli interlocutori del quotidiano “Blic” sostengono che le banche si trovano in grandi difficoltà. Da un lato, hanno un sacco di denaro, e dall’altro, invece, non hanno a chi dare i crediti.
“E così risulta che le banche sono troppo liquide, ma il loro business di base è praticamente estinto. La maggior parte delle aziende hanno dei problemi finanziari e anche se volessero prendere una somma in prestito non lo potrebbero fare perché non sono meritevoli di credito. Allo stesso tempo, i cittadini hanno paura ad aprire nuovi prestiti. A causa di problemi con la moneta svizzera e a causa della imprevedibilità del cambio, oggi quasi nessuno osa prendere un mutuo. I crediti per casa sono ancora costosi considerando anche gli stipendi bassi e irregolari. Le banche, poi, intensivamente estinguono le unità che impiegano una media di 10 persone”, viene detto presso una banca al quotidiano “Blic”.
Dalla fonte di questo quotidiano è stato aggiunto inoltre che l’ultima tendenza, tramite la quale le banche vogliono anche ridurre i costi, è quella di costringere i clienti a pagare le bollette per via elettronica. Così, da alcune banche sono raddoppiate le commissioni per pagamenti di servizi al fine di ridurre la congestione nelle filiali e per non dover assumere nuovi lavoratori.
Dusan Uzelac dal portale “Kamatica” dice che le attività delle banche in Serbia oggi rappresentano un “giocattolo costoso”. “Hanno soldi e non hanno nessuno a cui vendere i prestiti. Le attività e gli impianti costano tanto e ci sono sempre meno persone le quali prendono i prestiti. Ad esempio, le domande di prestiti per la casa del 2015 sono scese di un quarto rispetto al 2013”, ricorda Dusan Uzelac.
(Blic, 01.07.2015)