I lavoratori postali che hanno protestato lunedì davanti al Centro postale principale di Belgrado hanno dichiarato che il Governo serbo ha respinto le loro richieste e che è stato dato loro un ultimatum per porre fine allo sciopero entro le 22.00 di lunedì prossimo.
I lavoratori postali chiedono un aumento di stipendio del 30%, mentre il Governo ha offerto un aumento cumulativo del 21% e un pagamento una tantum di 20.000 dinari, accettato pochi giorni fa dai tre sindacati che hanno firmato un accordo con il Primo Ministro Ana Brnabic.
Il sindacato Sloga ha rifiutato l’offerta e sostiene che diverse migliaia di lavoratori postali sono ancora in sciopero e continueranno finché non saranno soddisfatte le loro richieste.
Il governo serbo sostiene che lo sciopero delle Poste serbe, di proprietà dello Stato, si è concluso con la firma di un accordo con i sindacati rappresentativi. Tuttavia, i lavoratori postali in sciopero dal 24 ottobre hanno dichiarato che le loro proteste continueranno fino a quando non sarà soddisfatta la loro richiesta di un aumento salariale di almeno il 30%. “I sindacati non hanno dato il via a questa interruzione del lavoro, non stanno proteggendo i nostri interessi e non dovrebbero essere loro a negoziare con il governo”, ha dichiarato il postino di Belgrado Srdjan Popadic: “Non abbiamo rinunciato allo sciopero. Le ultime informazioni dicono che continuerà. Siamo stati informati che il Governo ha deciso di darci il 10% (aumento di stipendio) più il 10% a gennaio, che è quello che tutte le aziende pubbliche ottengono dopo il nuovo anno. Abbiamo rifiutato e abbiamo anche ricevuto la notifica che saremo trattati come nemici dello Stato se continueremo lo sciopero. Siamo solo lavoratori che lottano per ottenere stipendi più alti”.
Popadic ha anche affermato che la direzione delle Poste serbe sta compilando le liste dei dipendenti che riprenderanno il lavoro martedì mattina e minaccia di sospendere o licenziare i postini in sciopero.
(N1, 21.11.2023)
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