L’Accordo di Stabilizzazione e Associazione tra UE e Serbia entra in vigore

L’Accordo di Stabilizzazione e Associazione (SAA) tra la Serbia e l’Unione Europea entra in vigore oggi a seguito della comunicazione alla Serbia da parte della UE lo scorso 24 luglio della conclusione del processo di ratifica dell’accordo da parte di tutti gli Stati membri.

Con l’entrata in vigore dell’Accordo verranno formati anche gli organismi congiunti che vigileranno sull’Accordo stesso, ovvero il Consiglio per la stabilizazione e l’associazione, il Comitato per la stabilizzazione e l’associazione e il Comitato interparlamentare per la stabilizzazione e l’associazione.

Il commissario europeo per l’allargamento Stefan Fule si è congratulato con la Serbia per l’entrata in vigore dell’Accordo, dichiarando che la Serbia è più vicina alla UE, che si è superato un altro ostacolo e che l’Accordo sarà utile per entrambi i contraenti.

Nella dichiarazione ufficiale Fule esprime la speranza che l’entrata in vigore dell’Accordo rafforzi gli effetti positivi dell’Accordo ad interim già in vigore e ricorda che negli ultimi 11 mesi l’export della Serbia verso i paesi UE  è cresciuto del 4,8% mentre a partire dal 2009 il surplus agricolo della Serbia verso la Ue è cresciuto di due volte e mezza e ora si attesta attorno ai 500 milioni di euro. “Dato l’attuale pesante contesto economico, queste cifre non solo sono positive ma attestano anche l’enorme impatto che il processo di adesione avrà sull’economia”. Fule ha anche evidenziato che l’Accordo aiuterà la Serbia ad avvicinarsi agli standard europei in settori quali la competizione, la regolazione delle sovvenzioni statali e la tutela dei consumatori.

Tanja Miscevic, ex direttrice dell’Ufficio governativo per l’integrazione europea, spiega che l’entrata in vigore formale del SAA non avrà effetti pratici e si tratta di un ulteriore passo verso l’inizio di negoziati formali per l’adesione alla UE. “Non vi saranno nuove scadenze o nuove risorse economiche per lentrata in vigore del SAA ma si tratta del completamento di un processo iniziato da tempo che arricchisce il processo di adesione” La Miscevic aggiunge che “Le politiche estere e di sicurezza sono diverse dali accordi economici in cui i contraenti devono coordinarsi. In tale campo esiste solo l’invito agli Stati membri di tenere una stessa posizione ma il caso della Libia dimostra che questo spesso non avviene. In ogni caso nell’ultimo anno e mezzo la Serbia non ha avuto posizioni differenti con la UE in tali ambiti. In termini di accordi commerciali invece si continuerà il processo di liberalizzazione degli scambi che porterà dal 2014 all’eliminazione dei dazi sui prodotti industriali della UE così come gran parte dei prodotti agricoli. La Serbia tutelerà alcune produzioni mantenendo dei dazi così come previsto dai punti 3b e 3g dell’allegato all’Accordo”

Un’analisi dei costi e dei benefici dell’Accordo per la Serbia mostra che nel corso del 2012 la Serbia ha avuto più benefici (pari a 692 milioni di euro) che costi (pari a 312 milioni) dall’attuazione dell’Accordo commerciale ad interim mentre nei primi cinque mesi del 2013 i vantaggi sono stati stimati in 222 milioni contro 88 milioni di costi.

(Economy.rs, 02.09.2013)

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