Gli economisti in Serbia valutano l’annunciato accordo di libero scambio tra Serbia e Cina come “ottimo, pericoloso, confuso, buono in teoria”: alcuni quindi sono preoccupati, altri invece ottimisti, ma tutti concordano sul fatto che si necessiti di maggiori informazioni su cosa conterrà l’eventuale accordo e come verrà poi attuato nella pratica.
Ivan Nikolic, ricercatore senior dell’Istituto di Economia, valuta positivamente l’accordo di libero scambio con la Cina con una dose però di scetticismo sul modo in cui funzionerà e si implementerà, perché, come dice, esiste già un regime di scambio simile con la Federazione Russa e l’Unione Eurasiatica.
“La Cina è un mercato enorme e attualmente nessuna delle nostre aziende può conquistarlo e vendere lì le proprie merci da sola. Può in una certa misura, ma è difficile e solo in alcune aree e con valori limitati, e quando si parla di posizionamenti significativi e grandi aziende non esiste una cosa del genere. Ecco perché l’accordo è un momento interessante per gli investitori che verrebbero in Serbia per produrre in grandi quantità e in serie e immettere così roba a buon mercato sul mercato cinese”. Secondo lui, anche se si parla ancora di prospettive e possibilità, poiché resta da vedere in quale forma e a cosa si riferirà, comunque l’accordo è un’ottima cosa.
Dall’altra parte invece, il dottor Milan R. Kovačević, membro regolare della Società scientifica degli economisti della Serbia, avverte che l’accordo, se lineare, sarà molto dannoso per il Paese e favorevole per la Cina perché le importazioni sono significativamente superiori alle esportazioni. “Se l’accordo è lineare, venderanno ancora di più da noi. Sarebbe bene per noi che non fosse reciproco, ma vedere quali articoli potrebbero aiutarci ad avere esportazioni più serie in Cina, in modo da poter bilanciare più o meno importazioni ed esportazioni”.
Tuttavia, anche supponendo che si riuscirà a realizzare degli scambi significativi in entrambe le direzioni e ad aumentare le esportazioni, sorge la domanda su cosa accadrà quando la Serbia entrerà nell’Unione europea, osserva l’esperto: “Se entriamo nell’UE, dobbiamo aderire all’atteggiamento dell’UE nei confronti della Cina, e quindi l’accordo sparirà. Perderemmo molto e sarebbe un duro colpo per la nostra economia, quindi non vedo perché dovrebbe essere utile per noi”.
Kovacevic ricorda che esiste un grande volume di affari con la Cina, soprattutto nel campo degli investimenti, dei finanziamenti e dei prestiti. “Siamo impreparati e un giorno dovremo pagare i nostri debiti. Le nostre esportazioni verso la Cina sono deboli, il debito si sta accumulando, quindi sono molto preoccupato quando qualcuno ha un’idea e non la approfondisce fino alla fine. Non dobbiamo dimenticare che lavoriamo con la Cina in un modo molto insolito, senza alcuna concorrenza, ci fanno pagare cara la costruzione di strutture e il debito è in continua crescita”, conclude.
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