Le esportazioni sono ammontate a 3,2 miliardi di euro, con un incremento del 5,8% rispetto al 2017, il più alto dal 2006, da quando il CEFTA esiste.
Le importazioni dello scorso anno sono ammontate a 958 milioni di euro, con un incremento del 13,7% rispetto al 2017 e il rapporto tra esportazioni e importazioni ha raggiunto il 339,5%.
I più importanti partner commerciali della Serbia nel CEFTA sono la Bosnia-Erzegovina, il Montenegro e la Macedonia sia in esportazione che in importazione.
Tuttavia, il ministro serbo del Commercio, del Turismo e delle Telecomunicazioni Rasim Ljajic, ha dichiarato questa settimana che, senza dubbi, l’Accordo centroeuropeo di libero scambio (CEFTA) “richiede un’aiuto e un recupero per rimanere in atto”. Ljajic ha detto che dopo l’introduzione della tassa del 100% sui beni serbi nel Kosovo questo accordo del 2006 è stato messo in discussione.
Il ministro ha aggiunto che la Serbia ogni giorno perde circa un milione di euro a causa dell’inpossibilità di mettere sul mercato del Kosovo le sue merci.
Egli ha menzionato la possibilità di formare un’altro accordo, il “CEFTA Plus”, ma ha aggiunto che è difficile per qualsiasi accordo prendere vita senza il sostegno dell’Unione europea. Ha anche indicato grandi perdite dovute alla lunga attesa durante il trasporto di merci ai valichi di frontiera.
Al Kopaonik Business Forum, recentemente organizzato, ad uno dei numerosi panel si è commentata la possibilità di abbandonare il CEFTA e passare ad una nuova fase di business.
Il presidente della Camera di commercio della Serbia, Marko Cadez, ha affermato che prima di dutto dovremmo chiederci se vogliamo o no un’area economica comune. “Fare progetti economici aggiuntivi senza avere un’architettura che possa implementare tutto ciò non ha senso: il CEFTA è superato, dobbiamo passare a una nuova fase se vogliamo fare una politica economica unificata”, ha detto Cadez.
Egli ha detto che si dovrebbe creare un nuovo accordo completo, con tutte le questioni risolte per quanto riguarda tutto ciò che costituisce un mercato unico.
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