Forse era inevitabile. Dopo il clamoroso successo della campagna di vaccinazione e di comunicazione internazionale del governo serbo, si sono moltiplicati gli arrivi di stranieri nel paese nell’ansiosa ricerca di un vaccino, possibilmente di un Pfizer-BioNTech, disposti anche a pagare pur di vederselo inoculato. E puntuali sono spuntate le truffe.
Mentre la prima ministra Ana Brnabic ha comunicato venerdì sera che le vaccinazioni riservate agli stranieri sono sospese fino a nuova comunicazione, su Facebook si trovano pagine che per 324 euro garantiscono due notti in albergo, assistenza linguistica in italiano e prenotazione di un vaccino fresco di giornata, Pfizer-BioNTech o Moderna a scelta (quest’ultimo disponibile in Serbia tra sei mesi). Un’occasione così non potevamo mica farcela scappare: un nostro conoscente ha telefonato al numero turco, e ha pregato tal signor Kemal di aiutare lui e la moglie, arrivati a Belgrado apposta dall’Italia, a ottenere il tanto sospirato vaccino. Kemal ha promesso che i suoi amici serbi avrebbero garantito la soluzione. Dopo un po’ ha richiamato un certo Nikola, il quale ha promesso entro sera la vaccinazione in una specifica unità sanitaria locale di Belgrado per la modica cifra di 500 euro cadauno. Visto che ogni vaccino viene tracciato, era richiesto non solo il passaporto, ma anche il certificato di residenza temporaneo (il cosidetto “beli karton”, il cartoncino bianco) che viene obbligatoriamente rilasciato dagli alberghi o dalla polizia su dichiarazione del titolare dell’immobile dove pernotta lo straniero. Dunque, nell’arco di qualche ora, saremmo riusciti, a fronte di un obolo di 1000 euro, a ottenere due vaccini senza nemmeno registrarci al sito eUprava (obbligatorio per gli stranieri e i non residenti a Belgrado).
Non sappiamo cosa avrebbero risposto questi figuri se avessimo richiesto il vaccino Moderna: non escludiamo che avrebbero garantito di poter somministrare anche quello, e magari anche Johnson&Johnson e, perché no?, anche quelli Curevac e Novavax, non ancora approvati.
Al di là della necessaria ironia, invitiamo tutti i lettori a non cadere in queste operazioni di bassa speculazione, con il rischio di perdere parecchi soldi e, probabilmente, nemmeno ottenere il vaccino.
Ma oramai il successo del programma di vaccinazione in Serbia sta diventando quasi una leggenda urbana. Si susseguono gli articoli, i commenti e le troupe delle varie televisioni come accadeva solo ai tempi delle guerre degli anni Novanta. Una troupe del programma Le Iene ha passato questo fine settimana a Belgrado per verificare la situazione nei vari centri vaccinali e capire come funziona l’impeccabile macchina serba dei vaccini. L’inviato della trasmissione di infotainment di Mediaset stamattina non credeva ai suoi occhi, mentre si aggirava nel centro vaccinale allestito alla Fiera di Belgrado, intervistando i serbi, ma anche gli italiani residenti in Serbia, che avevano appena fruito del servizio.
Per ora dunque, gli stranieri non residenti, compresi gli italiani, possono evitare i viaggi della speranza in Serbia, e ancora di più le pagine e siti di chi specula su un’emergenza globale che, nel caso dell’Italia, è stata aggravata da una comunicazione ansiogena, una pessima organizzazione del processo di acquisizione e distribuzione dei vaccini, dal cinismo e dall’incompetenza della classe dirigente della sanità pubblica nazionale su cui, finalmente, iniziano a pesare le inchieste della magistratura.
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