Nel nuovo numero della rivista “Nedeljnik” è stato pubblicato un sondaggio sulle opinioni dei cittadini serbi su tutte le questioni più importanti emerse nelle settimane e mesi precedenti, in cui si vede che la stragrande maggioranza dei cittadini (oltre 80%) è contraria alle sanzioni contro la Russia.
“L’84% per cento dei cittadini serbi è contrario all’introduzione di sanzioni contro la Russia e tale percentuale è addirittura aumentata di circa il due per cento rispetto al nostro sondaggio di due mesi fa. Allo stesso tempo, il sostegno all’eventuale adesione alla NATO, che non è mai stato elevato e per lo più si aggirava intorno al 10%, è sceso al minimo storico. Così come il sostegno all’adesione all’Ue, che è ancora abbastanza alto (soprattutto quando vediamo lo stato attuale dell’Ue), ma in sensibile e notevole calo”, afferma Djordje Vukadinović nell’articolo.
Questo significa che la Serbia diventerà un “governatorato russo”, come hanno annunciato negli ultimi mesi gli entusiasti lobbisti euro-atlantici e i media di opposizione? “Ovviamente no, spiega Vukadinovic, ma queste cifre mostrano ancora chiaramente dove si trova il cuore geopolitico” serbo e dove, forse, andrà alla fine, se viene spinto eccessivamente e inutilmente verso l’altra parte.
“In realtà, queste cifre, se guardate con sobrietà, non fanno che confermare la tesi che alcuni di noi promuovono da anni, e che – per vari motivi – non piace alle orecchie dei lobbisti. I serbi non sono tanto per la Russia (anche se, ovviamente, c’è una forte russofilia, tra il 25 e il 30 percento al massimo) quanto sono contro l’America e la NATO. Ecco perché queste altissime percentuali di atteggiamento filo-russo che esprimono più l’atteggiamento serbo nei confronti dell’Occidente molto più che nei confronti della stessa Russia e dello specifico conflitto ucraino.
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