“Esiste qualcosa di più noioso dei summit dell’Unione Europea con i paesi dei Balcani occidentali?”, scrive il quatidiano Die Welt.
Il quotidiano aggiunge che “Angela Merkel ed Emmanuel Macron hanno voluto far sapere a Vladimir Putin ed a Donald Trump che i Balcani sono nella sfera di interesse dell’UE e che l’Europa non vuole aiuti dall’esterno. Ora l’UE deve dimostrare che è veramente in grado di risolvere i conflitti rimanenti nella regione. Quando la Jugoslavia si sciolse, nel 1991, il ministro degli Esteri di Lussemburgo, Jacques Poos, disse che era giunto il momento per l’Europa. Presunzione pura. È noto che l’UE si è dimostrata incapace di prevenire guerre nei Balcani, le quali si sono concluse solo dopo l’intervento degli Stati Uniti e della NATO”.
“La Bosnia-Erzegovina andrebbe a pezzi se non fosse sotto il protettorato dell’UE. E tra la Serbia e il Kosovo (…) v’è la guerra fredda. Questa situazioe deve cammbiare, sia la Serbia che il Kosovo dovrebbero un giorno diventare stati membri dell’UE. Putin, invece, vuole prevenire proprio questo, vuole allontanare la Serbia dall’influenza dell’Occidente e creare un altro conflitto crescente ai confini dell’Europa”.
Si tratta quindi di nuovo di presunzione, o l’UE è davvero costretta ad impedire questi giochi con il fuoco? Non lo è. Il fatto che la Merkel e Marcon abbiano convocato per un summit a Berlino, a nome dell’Unione, dimostra ancora una volta che il centro del potere dell’UE, da molto tempo, non è più a Bruxelles, ma nel Consiglio dei presidenti e dei primi ministri che hanno la legittimità e le risorse per condurre una politica forte”.
“Tuttavia, i kosovari pensano che l’America debba prendere parte ai negoziati, mentre i serbi si affidano all’aiuto della loro ex alleata Russia. Ma l’Unione europea sembra essere determinata a risolvere da sola i propri problemi, e solo allora, se propirio necessario, acettare la “benedizione” dell’America e della Russia. Se l’UE vuole essere presa seriamente nella politica mondiale, deve dimostrare almeno di essere in grado di imporre l’ordine nel proprio giardino”.
Nell’articolo intitolato “Riconoscimento del fallimento”, il giornale di sinistra Neues Deutschland scrive che la Germania e la Francia non hanno “fatto scintille” ai colloqui di Berlino. “Evidentemente, né Macron né la Merkel hanno un vero modello per i negoziati, senonché appelarsi alla buona volontà di entrambe le parti e ascoltare la proposta molto corraggiosa del Commissario per l’allargamento Hahn, di far entrare al più presto entrambe le parti nell’Unione europea”.
“La Serbia sta lottando molto per far parte dell’UE, ma non ha ancora riconosciuto il Kosovo come stato indipendente, e quindi subisce forti pressioni
da Bruxelles: senza il riconoscimento del Kosovo non v’è possibilità di adesione. Queste chiare dichiarazioni di Bruxelles potrebbero essere interpretate come ricatti”, stima il giornale.Il Presidente del Kosovo Thaci, con molta facilità rifiuta le proposte dell’UE, come lo scambio di territorio con la Serbia. Thaci crede di poterselo permettere, ed infatti, può, perché di cos’altro ha bisogno? Anche se il Kosovo non è ancora nell’UE, da tempo fa parte dell’euro zona. L’UE paga un terzo del bilancio del Kosovo e questa percentuale è in aumento. Le richieste di compromesso da parte dell’Unione europea, come quelle inviate alla Serbia, non vengono nemmeso ascoltate. Inoltre, Thaci chiede che i negoziati siano guidati dagli Stati Uniti. Il silenzio di Macron e della Merkel è un riconoscimento del loro fallimento”.
“La Merkel e Macron non hanno avuto molto da offrire al Summit dei Balcani occidentali”, scrive il quotidiano tedeso Tagesspiegel di Berlino. L’UE può preservare la propria influenza solo se offrirà ai paesi della regione una prospettiva credibile di adesione all’Unione europea, ha commentato un commentatore di questo giornale tedesco.
“Ed è qui che vi nasce un’altro problema, i popoli dell’UE sono stanchi dell’allargamento e lo sono anche i loro governi, soprattutto il governo francese
“This post is also available in: English