Sempre più aziende dell’Europa occidentale, che lavorano in Russia o Ucraina, stanno spostando le loro attività in altri Paesi a causa della guerra in Ucraina e delle sanzioni contro la Russia, e uno di questi è la Serbia, Belgrado in primis.
Milić Đoković, agente immobiliare della Camera di commercio serba ha detto a “Tanjug” che la Serbia è conveniente per loro come variante di passaggio perché da qui si può lavorare con questi Paesi quasi normalmente. “Ecco perché ci scelgono come soluzione intermedia, fino a nuovo avviso”, afferma Djokovic. Aggiunge, però, che tutto si riduce ancora a una ricerca e a una valutazione delle possibilità, e solo in parte qualcosa poi si concretizza.
“I proprietari di locali commerciali non sono comunque pronti ad affittare, diciamo, dei locali costosi solo per 15 giorni, un mese o due. Questo non viene fatto, perché tali spazi vogliono affittarli più a lungo, per un paio d’anni, si tratta di affitti seri e ai proprietari non interessa che qualcuno entri e dopo 20 giorni, un mese o due vada via”, spiega.
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Lo stesso afferma che la maggior parte delle aziende cerca dei locali commerciali da Austria, Germania, Italia, Polonia e la maggior parte di loro proviene dal settore IT, energia, agricoltura. “Stanno cercando locali commerciali seri con buone infrastrutture, con molti parcheggi e simili. Le aziende del settore informatico hanno bisogno soprattutto di case, dove ci siano anche stanze per il riposo, strutture per lo svago e simili”, sottolineando anche la necessità di un’ottima connessione internet.
Secondo Djokovic è difficile valutare se tutto si tradurrà in posti di lavoro concreti. Sottolinea che ciò dipenderà principalmente da quanto durerà il conflitto in Ucraina e se la crisi finirà presto. “Se la guerra durerà, e speriamo di no, allora ci sarà bisogno di spazi seri, con infrastrutture serie e molte altre cose aggiuntive”.
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