La Serbia non riesce a migliorare il suo indice di percezione della corruzione

L’ultimo rapporto di “Transparency International (TI)”, pubblicato giovedì, ha mostrato che un numero sconcertante di Paesi ha avuto miglioramenti pressoché nulli nella lotta alla corruzione, secondo il “Corruption Perception Index” (CPI) del 2019; la Serbia risulta avere 39 punti su 100.

L’anno scorso, la Serbia occupava l’87° posizione con gli stessi 39 punti di indice. L’ultima classifica, che la colloca al 91° posto, ha spinto per la prima volta il Paese nella parte bassa della lista.

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“La nostra analisi suggerisce anche che ridurre i grandi soldi che circolano in politica e promuovere un processo decisionale politico inclusivo è essenziale per frenare la corruzione”, ha aggiunto il rapporto TI.

Nell’ultimo anno, “i movimenti anti-corruzione in tutto il mondo hanno guadagnato slancio mentre milioni di persone si sono unite per parlare della corruzione nei loro governi”, aggiungendo che “lo stato attuale della corruzione evidenzia la necessità di una maggiore integrità politica in molti Paesi”.

“L’indice 100 indica “molto pulito” mentre 0 “altamente corrotto”. Quest’anno, la ricerca evidenzia il rapporto tra politica, denaro e corruzione. Anche i flussi non regolamentati di grandi somme di denaro in politica rendono le politiche pubbliche vulnerabili a indebite influenze”, afferma il rapporto. I paesi con punteggi CPI più bassi hanno una maggiore concentrazione di potere politico tra i cittadini ricchi.

Commentando i risultati della ricerca, il professor Vladimir Goati ha affermato che i risultati non solo indicano che il livello di corruzione in Serbia è elevato, ma che questo fenomeno è endemico.

“Ciò parla della debolezza dello stato di diritto, ma anche dell’esistenza di gravi impedimenti allo sviluppo economico”, ha affermato Goati in una conferenza stampa a Belgrado.

Lo stesso ha valutato che uno degli strumenti chiave che facilitano la corruzione “iperendemica” è la pratica diffusa di nominare direttori ad interim per gestire le imprese pubbliche.

“Con la nomina di un direttore ad interim per la gestione della proprietà pubblica per un periodo di sei mesi, il partito al governo, indipendentemente da chi detiene il potere, tiene questa figura in mano. Lo strumento è devastante e dovrebbe essere abolito al più presto anche se il governo non vuole rinunciare alla pratica della governance ad hoc”, ha affermato Goati.

http://www.politika.rs/sr/clanak/446394/Srbija-91-u-svetu-po-indeksu-percepcije-korupcije

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