Il professore della Facoltà di Economia dell’Università di Belgrado Milojko Arsic ha detto ieri che la stima del quotidiano britannico “Guardian“, in cui si afferma che la Serbia è uno dei nove paesi minacciati dalla crisi del debito pubblico, è esagerata.
Secondo lui, negli ultimi cinque o sei anni è cambiata la struttura del debito estero, inteso come debito totale del settore pubblico e di quello privato verso i creditori stranieri, perché, a differenza del settore privato, il settore pubblico ha preso i prestiti.
“Almeno quando si tratta della Serbia, non vi è alcun motivo per dire che sussiste un rischio di una crisi del debito. Il debito estero non è in crescita, anzi, è inferiore alla quantità indicata dal The Guardian, perché le banche e l’ economia hanno notevolmente rimborsato i prestiti che avevano acceso”, ha detto Arsic, il quale ha aggiunto che la crescita del debito pubblico, cioè a dire l’ importo totale del debito del paese, rallenta a causa della riduzione del deficit, aggiungendo inoltre che “una crisi del debito nel nostro paese è possibile solo se vengono registrati maggiori disordini internazionali o regionali.”
Secondo il Ministero delle Finanze, al 31 maggio di quest’anno, il debito pubblico della Serbia ammontava a poco più di 24 miliardi di euro, ovvero il 72,7 % del prodotto interno lordo, mentre gli ultimi dati della Banca nazionale di Serbia, da marzo di quest’anno, hanno dimostrato che il debito estero alla fine del primo trimestre si è attestato a 26,73 mliardi di euro, di cui il debito del settore pubblico è stato pari a circa 15,06 miliardi di euro, mentre quello privato (banche, imprese, cittadini) ammonta a 11,48 miliardi di euro.
(Tanjug, 14.07.2015)