Il 18 giugno di quest’anno il Consiglio dell’Unione Europea ha inserito la Serbia nella lista verde dei Paesi i cui cittadini hanno la possibilità di viaggiare verso l’UE, ma se il numero dei nuovi contagiati continuerà a crescere, il Paese potrebbe presto essere rimosso dalla lista.
Per essere in questo elenco dei cosiddetti Paesi terzi con privilegi di viaggio, si devono soddisfare dei criteri di base: avere meno di 75 infetti ogni 100.000 cittadini negli ultimi 14 giorni, secondo il Centro europeo per il controllo e la prevenzione delle malattie (ECDC).
Ad un certo punto la Serbia aveva 15,5 pazienti ogni 100.000 persone, ma la quarta ondata è iniziata nell’ultimo mese e ora c’è una media di 52/100.000 con una tendenza alla crescita. La Serbia avrà una media di oltre 75 persone infette ogni 100.000 nel momento in cui ci saranno circa 375 persone infette in 24 ore su base giornaliera per due settimane. E gli epidemiologi ritengono che già questa settimana si raggiungeranno i 500.
Il Consiglio Ue rivede ogni due settimane l’elenco dei Paesi della lista verde, aggiungendo quelli che hanno una situazione epidemiologica stabile, ma rimuovendo anche altri in cui si è registrato un aumento del numero di pazienti, ovvero la comparsa di nuove più pericolose varianti del virus.
Oltre alla Serbia, questo elenco include anche Albania, Armenia, Australia, Azerbaigian, BiH, Canada, Cina, Israele, Giappone, Giordania, Libano, Montenegro, Nuova Zelanda, Qatar, Moldavia, Macedonia del Nord, Arabia Saudita, Corea del Sud, Ucraina.
Cosa significa un posto in questa lista? Innanzitutto, offre ai cittadini di questi Paesi l’opportunità di recarsi nell’UE anche se non hanno un luogo di residenza permanente o familiari stretti che vivono lì, e anche se non rientrano nella categoria delle occupazioni necessarie o dei lavori necessari.
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