La riduzione dei prezzi di alcuni generi alimentari non inciderà affatto sull’inflazione

Lo Stato e i rivenditori hanno raggiunto un accordo per ridurre i prezzi di 20 prodotti a partire da metà settimana.

Sebbene questa sia considerata una buona misura in generale, Pavle Medić, economista del CEVES, afferma che la riduzione dei prezzi non abbatterà affatto le aspettative inflazionistiche.

Medić aggiunge che si tratta più di una misura per tranquillizzare la popolazione che di una parte della politica anti-inflazionistica del governo. “Questi 20 prodotti sono essenzialmente sostituti inferiori di alcuni prodotti, cioè prodotti di qualità inferiore. Anche altri Paesi hanno applicato misure di questo tipo. La Francia, ad esempio, ha ridotto i prezzi di 5.000 prodotti, ma data l’ampia copertura di queste riduzioni di prezzo, non c’era bisogno di tagliare i prezzi in modo così drastico”, afferma.

Medić spiega che un ulteriore problema è che questa politica dovrà essere abbandonata a un certo punto: “Sarebbe una politica molto migliore congelare o rallentare la crescita dei prezzi su una scala più ampia che ridurla drasticamente su una scala più piccola”.

Medić si chiede cosa succederà quando l’accordo tra i rivenditori e lo Stato cesserà di essere valido e i prezzi torneranno al loro livello precedente (60-70% in più). 

“A ottobre ci sarà un aumento dell’otto per cento delle accise e a novembre un aumento del prezzo dell’elettricità e del gas. Poi ci sono le misure di politica fiscale, dagli aumenti salariali alle prestazioni universali, che alimentano l’inflazione. Mi sembra che l’attuale politica sia pro-inflazione, non anti-inflazione”, aggiunge Medić.

Inoltre, afferma, i maggiori partner commerciali della Serbia provengono dall’Unione Europea – Germania, Repubblica Ceca, Ungheria, Austria, Polonia – e noi esportiamo soprattutto verso la loro industria automobilistica. Tutti questi Paesi hanno registrato tassi di crescita negativi nel secondo trimestre. “Vedremo come questo si ripercuoterà sulla domanda di prodotti industriali in Serbia. Mi riferisco soprattutto all’industria automobilistica, dato che l’80% del nostro portafoglio di IDE è costituito da prodotti automobilistici”, afferma Medić.

“In terzo luogo, mi sembra che la Serbia stia ancora rimandando la lotta all’inflazione perché non ci sono ancora misure serie contro l’inflazione. Prima o poi dovremo farlo. Penso che accadrà l’anno prossimo, e allora avrà un certo costo per la nostra crescita economica”, conclude Medić.

(Bloomberg Adria, 12.09.2023)

https://rs.bloombergadria.com/bloomberg-adria-tv/bloomberg-adria-tv/39682/dogovor-izmedu-trgovaca-i-drzave-nema-potencijal-da-slomi-inflatorna-ocekivanja/news/

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