La Banca Mondiale ha stimato che nei Balcani occidentali, se i governi non avessero introdotto alcune misure, la crisi dovuta alla pandemia avrebbe ridotto in povertà almeno 400.000 persone. La stessa Banca stima che il numero salirebbe a 950.000 da giugno ad agosto, se la crisi dovesse protrarsi più a lungo.
L’economista Trang Van Nguyen ha sottolineato che, tenendo conto dell’ulteriore incertezza sulla seconda ondata della pandemia, la situazione potrebbe essere anche peggiore.
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“Gli Stati hanno già preso alcune misure concrete, e il settore civile e le organizzazioni internazionali potrebbero compiere ulteriori sforzi per colmare alcune lacune nel fornire i servizi sociali”.
Quando si guarda all’impatto del coronavirus sulla povertà nei Balcani occidentali, la stessa ha affermato che i redditi subiranno un duro colpo specialmente nei settori più colpiti dalla crisi, e la perdita di reddito significa che più persone saranno esposte alla povertà.
“Anche prima della crisi abbiamo stimato che circa un quinto della popolazione nella regione vive in povertà”, ha dichiarato la Tang Van Nguyen.
Secondo lei ci sono famiglie che sono già povere e che dipendono dal reddito che hanno settimanalmente o giornalmente, le quali saranno particolarmente colpite dalla crisi.
“Ci sono famiglie vicine alla povertà. Non erano povere prima della crisi perché facevano affidamento su alcuni lavori meno sicuri o addirittura sull’occupazione nel settore informale, e ora con questa crisi corrono il rischio di diventare povere”, continua la Nguyen e aggiunge che milioni di persone provenienti da questa regione lavorano in Europa e inviano denaro a casa, ma ora anche questo settore probabilmente sarà colpito dalla crisi.
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