La fuga di manodopera preoccupa più della disoccupazione in Serbia

Secondo i dati dell’Ufficio di statistica della Repubblica, il tasso di disoccupazione in Serbia è al livello del 2019. Nel periodo aprile-giugno 2021, il tasso di disoccupazione è stato infatti dell’11,1%, lo stesso del 2019, quando non c’era la crisi dovuta alla pandemia. Rispetto al primo trimestre la disoccupazione è diminuita dell’1,7% nei mesi da aprile a giugno.

Rispetto allo stesso trimestre dell’anno scorso, quando la chiusura a causa della pandemia da coronavirus era in corso, il numero di disoccupati quest’anno è aumentato del 51,3%. Nella popolazione dei giovani di età compresa tra 15 e 24 anni il numero è diminuito nel secondo trimestre del 2021, riporta “Danas”.

Tutti i confronti con lo scorso anno, soprattutto nei mesi in cui c’era la chiusura totale, non danno però un quadro veritiero della situazione. L’economista Sasa Djogovic afferma per “Danas” che lo stesso tasso di disoccupazione del 2019 arriva come risultato di un aumento dell’occupazione nel settore pubblico, poiché con l’aumento degli investimenti in progetti infrastrutturali è cresciuto anche il numero dei lavoratori.

“Oltre a ciò, l’edilizia abitativa sta crescendo, quindi la necessità di manodopera nel settore edile, che dobbiamo importare, è aumentata. Ci sono stati però licenziamenti in alcuni altri settori, come nei servizi”, spiega Djogovic.

Rispetto al 2019, puntualizza, c’è una crescita della produzione industriale e del fatturato al dettaglio, le esportazioni sono più alte e anche il PIL, mentre il tasso di disoccupazione è in linea con il 2019, il che secondo lui, rivela che non si è entrati nella crisi.

Per i sindacati invece, questi dati non dicono molto, dato che i lavoratori come quelli della “Geox” per esempio hanno recentemente sentito cosa significa perdere il lavoro. Il vicepresidente della Federazione dei sindacati indipendenti della Serbia, Zoran Mihajlović, afferma per “Danas” che la disoccupazione è stata in qualche modo mitigata dall’intervento dello Stato, ma che non è stato assolutamente sufficiente soprattutto nei settori in cui il calo è stato notevole.

“L’anno scorso, quasi 60.000 persone in Serbia hanno perso il lavoro nei settori dell’ospitalità e del turismo. Non credo che la situazione si possa migliorare in così poco tempo. La maggior parte di questi settori impiega lavoratori nella zona grigia, quindi “non funziona statisticamente”. La disoccupazione si farà sentire e un certo numero di giovani all’apertura delle frontiere, dice, andranno all’estero perché c’è una grande carenza di manodopera sia in Germania che nei Paesi scandinavi. “Purtroppo, se partiranno, non avremo il problema della disoccupazione ma il problema del deflusso di manodopera”, conclude Mihajlović.

https://www.021.rs/story/Info/Biznis-i-ekonomija/285448/Odliv-radne-snage-veci-problem-za-Srbiju-od-nezaposlenosti.html

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