La Commissione Europea ritiene che nel 2018 la Serbia registrerà la crescita economica più rapida negli ultimi 10 anni, che, secondo le ultime previsioni di primavera, ammonterà al 3,3%. Per il 2019, la Commissione Europea prevede che il PIL della Serbia aumenti del 3,5%.
Entrambe le proiezioni sono al livello della precedente relazione di novembre, vale a dire le previsioni economiche autunnali della Commissione Europea per i Paesi europei. Gli esperti della CE si aspettano che la domanda interna in Serbia si rafforzi ulteriormente quest’anno sulle ali della crescita dei consumi e delle attività di investimento, con il supporto di un continuo afflusso di investimenti esteri diretti.
Secondo la loro proiezione, le esportazioni serbe rimarranno forti, anche se il contributo netto dell’esportazione quest’anno sarà negativo a causa della maggiore crescita delle importazioni. Secondo le previsioni, le esportazioni saliranno del 9,7% quest’anno e l’anno prossimo dell’8,8%, mentre le importazioni nel 2018 aumenteranno del 9,4% e del 7,6% l’anno sucessivo.
Si prevede che l’inflazione tornerà gradualmente ad un livello più centrale all’interno dell’intervallo target della Banca Centrale del 3% percento più / meno l’ 1,5%.
La Serbia, secondo la CE, continuerà ad avere un’eccedenza di bilancio, ma sottolineano che i continui rischi fiscali non dovrebbero essere ignorati. Secondo la proiezione della CE, il tasso di disoccupazione in Serbia scenderà al 12,1% rispetto al 13,6% dell’anno scorso, mentre l’anno prossimo sarà pari al 10%.
Il consumo privato sarà il secondo fattore chiave della crescita economica, osserva il documento, aggiungendo che l’aumento dell’occupazione e un leggero aumento dei salari hanno già contribuito all’accelerazione dell’espansione economica.
Dopo un aumento degli squilibri nel commercio estero lo scorso anno, si prevede che quest’anno rimanga stabile. Sebbene sia interamente coperto da investimenti esteri diretti, il volume del disavanzo delle partite correnti indica una grave vulnerabilità economica. Le fluttuazioni dei prezzi delle materie prime e dei turnaround sui mercati internazionali dei capitali sono ancora i principali rischi per le previsioni di crescita economica.
Si afferma inoltre che nel 2017 il bilancio consolidato a livello statale per la prima volta, in più di un decennio, abbia registrato un’eccedenza del 1,2% del PIL, che di gran lunga supera gli obiettivi iniziali del disavanzo previsto. Come negli ultimi due anni, questo risultato è stato ampiamente raggiunto grazie alla crescita dei ricavi. Si prevede che il debito pubblico, senza contare il debito potenziale sulla base della restituzione, cadrà e rimarrà al di sotto del 60% del PIL. Come specificato, nel 2018 il debito pubblico ammonterà al 58,9% del PIL e nel 2019 al 55,9% del PIL.
Ciononostante, si stima che buone prospettive fiscali e crescenti pressioni sulla spesa continueranno a testare l’impegno del Governo a mantenere un rigoroso controllo delle spese correnti, soprattutto in termini di salari del settore pubblico e dei costi pensionistici.
La fine dell’accordo di standby con il FMI e il sistema disfunzionale delle normative fiscali contribuiscono anche all’incertezza riguardo al futuro corso della politica fiscale. Inoltre, le grandi riforme fiscali e le riforme della pubblica amministrazione e dell’ imprese statali non sono ancora state completate, riporta la previsione economicha di primavera della Commissione Europea, nella sezione dedicata alla Serbia.
Per quanto riguarda i paesi della regione, la Croazia dovrebbe crescere del 2,8% quest’anno e del 2,7% l’anno prossimo, la Slovenia crescerà rispettivamente del 4,7% e del 3,6%. Per la Macedonia quest’anno si prevede una crescita del 3,1%, per il Montenegro del 3% quest’anno e del 2,9% nel prossimo. La Bulgaria può aspettarsi una crescita dal 3,8% nel 2018 e del 3,7% nel 2019, la Romania del 4,5%, mentre l’Albania del 3,6%.
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(https://www.ekapija.com/news/2113714/evropska-komisija-za-2018-predvidja-najbrzi-privredni-rast-srbije-u-protekloj-deceniji)
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